Il metodo lo conosciamo già, è quello applicato a Riace e al suo sindaco, Mimmo Lucano.
Le ragioni le conosciamo pure quelle: intimidire chi sulla integrazione delle persone migranti ci lavora da tempo con cognizione di causa e forte senso della realtà, al punto che ormai è riuscito a mettere in campo processi e vertenze che mescolano le carte, abbattono le frontiere e le differenze, puntando dritto alla richiesta di un nuovo welfare contro l’esclusione sociale di tutti, italiani e stranieri. Lo sguardo lungo e intelligente di chi abita territori complessi come quello di Caserta e Castelvolturno e non teme il coraggio del rischio.
Per questo l’operazione svoltasi il 6 febbraio a Caserta su disposizione della Procura della Repubblica di S.Maria C.V. nei confronti dello Sprar del Comune, gestito in associazione dal Centro Sociale “Ex Canapificio” e dalla Suore Orsoline che da anni sottraggono alla tratta le donne straniere, qualche perplessità la provoca. L’operazione ha visto diverse ispezioni presso le abitazioni delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria internazionale per fare accertamenti sul progetto, sul suo svolgimento, sulle condizioni igienico-sanitarie con cui viene condotto. Per accertarne eventuali irregolarità.
L’intervento della autorità giudiziaria nasce sulla scorta di accuse “calunniose” rivolte nei confronti di alcuni operatori dello Sprar da parte di un soggetto inserito nel programma di protezione che è stato estromesso per appropriazione indebita di beni destinati alla realizzazione del progetto. La vicenda sta nelle mani della giustizia, che dovrà fare il suo corso. Il caso giudiziario dimostra che la gestione dello Sprar non è quella del business, come alcuni titoli della stampa hanno frettolosamente concluso, ma quello del rigore e senso di responsabilità nell’utilizzo del denaro pubblico.
Conosciamo le persone che operano nel progetto Sprar di Caserta. L’originalità del loro lavoro di empowerment delle persone migranti, la lungimiranza della loro visione, la passione con cui si attivano per far sì che lo Sprar di Caserta non resti una realtà periferica, ma un centro di elaborazione politica e progettuale all’avanguardia.
Il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose vive dell’energia dell’esperienza di Caserta, ne condivide la capacità di sguardo e di proposta per una gestione umana dei fenomeni migratori, fa propria la aspirazione a creare, anche grazie alla presenza delle persone straniere nel territorio italiano, nuovi percorsi di giustizia sociale, riconoscimento reciproco, e riscatto del nostro paese.
Per tutto questo siamo con gli amici e le amiche italiane e migranti che fanno dello Sprar di Caserta una delle esperienze più convincenti ed evolute nel panorama europeo. Siamo sicuri che presto la ineccepibile qualità del loro lavoro sarà confermata, alla luce di una scrupolosa ricognizione delle autorità amministrative e giudiziarie.