Caserta: “da soli siamo niente, uniti siamo tutto!”

Sono stati finalmente trasferiti i fondi del progetto di accoglienza Sprar 2019. I fondi, arrivati dal ministero, sono rimasti fermi presso il Comune di Caserta una intera settimana. Il trasferimento è arrivato dopo le proteste messe in atto a Caserta dai membri del movimento delle Sardine nere insieme al Csa Ex Canapificio, da due giorni in presidio proprio sotto alla sede del Comune. “Sono fondi che aspettavamo da un anno: Il Comune ha da una settimana i fondi che aspettavamo da un anno, per il progetto di accoglienza Sprar 2019, mentre centinaia di persone sono in ginocchio da mesi per l’assenza dei fondi, pur avendo mantenuto tutte le attività!”, affermano i manifestanti, che ora commentano con soddisfazione il risultato raggiunto: “Finalmente Caserta potrà beneficiare dei fondi che per lunghi mesi sono stati negati. 200 beneficiari, 40 lavoratori, 30 piccole e medie imprese fornitrici di beni e servizi, 10 piccoli agricoltori dell’alto casertano, 25 proprietari delle case dello Sprar…centinaia di persone avranno quello che spetta loro di diritto dopo tanti mesi in ginocchio. Le attività sociali che lo Sprar sostiene (Piedibus, riqualificazione e gestione condivisa degli spazi verdi, iniziative culturali…) avranno futuro e nuova linfa!”

Oltre al trasferimento dei soldi per l’accoglienza, le Sardine Nere di Caserta e i membri dell’Ex Canapificio chiedono un incontro al presidente del Consiglio Conte e alla ministra dell’Interno Lamorgese: “i decreti sicurezza vanno aboliti, e intanto smontati pezzo pezzo con circolari immediate per restituire diritti e dignità a migliaia di persone”, affermano. Dopo le proteste finalmente si è raggiunto un accordo: “a gennaio incontreremo il capo dipartimento libertà civili e immigrazione prefetto Michele di Bari, una delle massime autorità nazionali, cui porteremo tutte le nostre istanze e proposte relative all’esigenza di regolarizzare e garantire un permesso di soggiorno a tutti, e di ripristinare le tutele che rivedevano il permesso di soggiorno per motivi umanitari”. La vertenza continua comunque a essere nazionale: “Richiediamo un incontro con il premier Conte e la ministra Lamorgese per far conoscere l’esperienza del territorio di Castel Volturno,in cui transitano decine di migliaia di migranti che danno sviluppo e futuro al nostro paese, e che tuttavia non hanno gli stessi diritti degli italiani. Castel Volturno, un territorio in cui esiste da 25 anni un presidio di legalità e giustizia, nonché il movimento dei migranti e rifugiati. La vera sicurezza è il permesso di soggiorno!”

Inoltre, le persone protestano per una sede. “Siamo rimasti senza un tetto dal sequestro del Canapificio, effettuato ormai lo scorso 12 marzo. Il Comune da mesi propone di affidarci alcuni locali inutilizzati e pronti all’uso dell’Ex Caserma Sacchi in zona Falciano, dove realizzare per l’appunto la Casa del sociale che manca a Caserta. Il Comune però è inspiegabilmente e colpevolmente fermo alle parole, alle proposte, alla promesse.” Solo dopo le proteste di questi giorni il Sindaco Carlo Marino ha fissato un incontro, che si terrà tra il 27 e il 30 dicembre.
Nel frattempo, l’appuntamento è per venerdì 20 dicembre quando, dalle 21, l’ex Caserma Sacchi si animerà delle note della tammorra di Luca Rossi: “Un’apertura straordinaria per vivere, per adesso solo per una sera, la bellezza di uno spazio che appartiene a noi cittadini!”, affermano i manifestanti.

Sulla pagina facebook dell’ex Canapificio è possibile seguire le azioni e restare aggiornati 

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