E’ una questione di responsabilità: siamo una società, e in una società ci si prende cura dei diritti di tutti, senza lasciare nessuno ai margini.
Con questa idea di fondo in molti, nei diversi territori, stanno reagendo all’emergenza che stiamo vivendo e alle mancanze istituzionali: nei decreti e nelle misure richieste non viene infatti considerato chi vorrebbe stare a casa e prendersi cura di sé e degli altri, ma non può perché una casa non ce l’ha.
Abbiamo riportato la denuncia di Gianfranco Schiavone e la sua testimonianza da Trieste, dove l’ufficio di Ics continua a garantire l’accesso alla protezione e all’accoglienza. Ci siamo fatti raccontare da Paola Coppini come alcune realtà si stanno muovendo nella zona del Mugello, in Toscana (Entrambe le testimonianze possono essere lette qui)
Ora andiamo a Roma, dove diverse associazioni hanno scritto una lettera alla sindaca Virginia Raggi e alla prefetta di Roma Gerarda Pantalone, “per chiedere di attuare tutte le misure necessarie per assicurare a chi una casa non ce l’ha, assistenza e condizioni di vita sicure, a partire dal trasferimento in strutture di accoglienza”. Perché di fronte alle condizioni precarie di vita in cui si trovano tante persone “serve la volontà politica di affrontare la situazione e una maggiore capacità di intervento ricorrendo a misure efficaci e attuabili in tempi brevi”.
Il Comune di Roma ha approvato il 13 marzo un ordine del giorno in cui si garantisce ai volontari la possibilità di continuare a distribuire i pasti e a prestare assistenza senza incorrere nelle sanzioni previste dall’ultimo provvedimento del governo. Ma questo non basta di fronte alla situazione nota da tempo a Roma e alla stessa amministrazione, che nell’ordine del giorno scrive: “La condizione delle persone fragili e senza dimora che vivono per strada è da sempre complessa ma in questi giorni di crisi sanitaria appare ancora più difficile. Nella città di Roma si stima siano presenti più di 8 mila persone in questa condizione”. E’ proprio a fronte di questa situazione che, come evidenziano le associazioni, “è del tutto insufficiente il numero dei posti a disposizione tra centri di prima assistenza ed emergenza freddo: per questo – scrivono le associazioni – chiediamo di assicurare un posto in accoglienza alle persone senza dimora, nel superiore interesse della tutela della salute dei medesimi e della collettività, tramite l’inserimento per quanto possibile nel circuito di accoglienza cittadino e la predisposizione e l’allestimento di ulteriori strutture”.
Inoltre il testo elaborato dalla giunta capitolina parla di “individuare strutture idonee per accogliere coloro che tra i senza dimora presentano i sintomi o risultano positivi al tampone e vi possano trascorrere la quarantena”, discriminando ancora una volta tutti gli altri, i cui diritti devono avere invece garanzia di tutela.
Un discorso ulteriore meritano i Cpr: un team di ong e avvocati, su iniziativa della campagna Lasciatecientrare e Legal Team, ha inviato una lettera ai prefetti per chiedere il blocco di nuovi ingressi nei Cpr e la progressiva chiusura delle strutture. Qui è possibile leggere la lettera, che invitiamo a diffondere.
Nella lettera a sindaca e prefetta di Roma, le associazioni mettono in evidenza anche la situazione dei cittadini stranieri richiedenti asilo o beneficiari di protezione – internazionale o per motivi umanitari: in questa emergenza, la prefettura continua a far uscire dai centri le persone che hanno concluso il proprio progetto di accoglienza. “Si chiede di sospendere le fuoriuscite dai centri” si legge nella lettera, in cui si sollecita anche l’accelerazione del “trasferimento nelle strutture per quanti ne abbiano diritto e siano in attesa di accedervi”. Infine, “sarebbe opportuna la creazione di ulteriori posti in accoglienza, valutando la disponibilità di altri circuiti come quello per richiedenti asilo (CAS) e per i titolari di protezione internazionale (SIPROIMI), cui far accedere chi ne abbia già beneficiato e, una volta fuoriuscito dai circuiti Cas o SIPROIMI, si trovi a fronteggiare una temporanea situazione di emergenza abitativa”.
Il Forum per cambiare l’ordine delle cose aderisce con forza, insieme a tante altre associazioni e gruppi, all’iniziativa romana. Di seguito tutte le adesioni aggiornate ad oggi:
A buon diritto Onlus
Adif
Alterego – Fabbrica dei diritti
Aps Nessun Dorma
Arci Roma
Associazione Archetipo
Associazione Differenza Donna ong
Associazione Spazio Solidale
Astra 19
Avvocato di strada – sportello di Roma
Baobab Experience
Be Free
Brancaleone
Campagna LasciateCIEntrare
Ca7
Casetta rossa
CIR
CSOA La strada – Radio anticorpi
Diritti al cuore
Gli Occidentati
Focus- Casa dei Diritti Sociali
Forum per cambiare l’ordine delle cose
K-Alma
Lab! Puzzle
Legal Team Italia
Liberi Nantes
Lunaria
Mani rosse antirazziste
Nonna Roma
Madri Per Roma Città Apertà
Médecins du Monde – Missione Italia
Medici senza frontiere Italia
Pensare migrante
Progetto diritti
Radicali Roma
Refugees Welcome Italia
Rete antenne migranti
Rete dei Comuni Solidali
Scuola Popolare Piero Bruno
Villetta Social Lab
Wilpf – Italia (lega internazionale di donne per la pace e la libertà)