“La tempesta d’odio nei confronti di Silvia Romano è una parte del problema, tra cui il fatto che per molti italiani la parola Somalia è sinonimo di selvaggi e in molti parlano di Islam senza sapere nulla”.
Così Igiaba Scego, scrittrice italiana di origini somale, commenta in un’intervista a Fanpage la questione apertasi negli ultimi giorni con l’arrivo di Silvia Romano all’aeroporto di Ciampino. E la mette in relazione con il rapporto, mai discusso nè affrontato, tra l’Italia e le sue ex colonie, tra cui la Somalia. “Spesso alcuni italiani dimenticano dove nascono i guai della Somalia, dimenticano che la Somalia è stata una colonia italiana e le cose terribili che gli italiani hanno fatto in Somalia durante il fascismo e anche dopo, con l’amministrazione fiduciaria dei decenni Cinquanta e Sessanta, il sostegno e gli affari sporchi in combutta col dittatore Siad Barre, per non parlare della vendita di armi durante la guerra civile e i rifiuti tossici sversati . Basti pensare a Ilaria Alpi e alle ragioni che ne hanno portato alla tragica morte”.
Scego evidenzia il necessario lavoro ancora da fare. “La verità è che gli italiani devono essere decolonizzati dal loro stesso immaginario coloniale. Anche nel linguaggio ci portiamo dietro troppi retaggi, non solo del fascismo, ma della retorica tipica del XIX secolo. L’idea che l’altro sia stupido, inferiore, disponibile sessualmente, è un sottinteso della nostra cultura mai veramente messo in discussione. La cosa che possiamo fare è parlarne nei libri, in televisione, a scuola, provando a destrutturare il nostro sguardo, non solo raccontando il fenomeno storico del colonialismo, ma mostrando come si è evoluto. E poi bisogna pretendere che i nostri politici cambino, non è possibile essere rappresentati da persone con un immaginario malato, che usano un linguaggio imperialista che divide il mondo tra superiori e inferiori”.
Una mentalità che si palesa nel dibattito e nelle scelte politiche: “Il dibattito sulle regolarizzazioni dei migranti in queste settimane è un sintomo grave di questa situazione. I termini mercantili e schiavisti con cui è stato discusso il tema sono una vergogna”.
Segnaliamo l’intervista su Fanpage, e invitiamo alla lettura: https://bit.ly/2LqRvvY