Da Roma ci arriva la voce di Mamadou. Venticinque anni, è in Italia da sei, dove ha studiato e dove lavora.
Mamadou ha atteso oltre diciotto mesi prima del rinnovo del permesso di soggiorno. Aveva chiesto di poterlo rinnovare qualche settimana prima dell’entrata in vigore del decreto sicurezza che lo avrebbe reso irregolare senza possibili alternative, essendo lui titolare di protezione umanitaria. L’ufficio immigrazione ha aspettato mesi prima di accettare il rinnovo, scoraggiandolo: “Tanto non hai diritto di nuovo alla protezione umanitaria, ora c’è Salvini” gli dicevano. Ci sono voluti avvocati e giudici del Tribunale Civile di Roma per accertare il suo diritto a rinnovare il documento senza cosi perdere il lavoro che Mamadou svolge da anni nel campo alberghiero e della ristorazione.
Mamadou ce l’ha fatta.
Ma quante altre persone non sono riuscite ad avere il rinnovo, cadendo così nell’irregolarità e nella conseguente vulnerabilità? Quante sono le persone vittime di burocrazia e leggi inique, che dopo anni di lavoro hanno visto sfumare i propri progetti di vita?