Settimana prossima la Commissione bilancio discuterà degli emendamenti al DL Rilancio, compresi quelli sulla misura di regolarizzazione. Tre in particolare le modifiche sul tavolo, frutto del lavoro delle reti sociali, tra cui il Forum per cambiare l’ordine delle cose: la possibilità di presentare domanda fino al 31 agosto, la possibilità di conversione del permesso per chi ne è già in possesso, l’allargamento della misura almeno al settore dell’edilizia.
Il DL rilancio passa all’esame parlamentare. Sono infatti circa ottomila gli emendamenti all’intero decreto, presentati in vista della discussione parlamentare che avrà luogo settimana prossima. E molte sono le modifiche pensate in relazione all’art. 103, inerente la misura di regolarizzazione prevista dal governo.
Tra gli emendamenti presentati in tal senso, molti tra quelli segnalati e considerati prioritari richiamano quanto elaborato dalle reti sociali, in particolare attraverso la campagna Ero Straniero e la rete Grei250, con cui il Forum nazionale per cambiare l’ordine delle cose ha intrecciato, insieme a EuropAsilo, un percorso di denuncia degli aspetti maggiormente critici, e di elaborazione dei cambiamenti più urgenti (percorso che si è esplicitato nei due incontri del 26, la cui registrazione è ascoltabile qui, e 29 maggio, e nelle proposte concrete espresse qui).
In particolare, le priorità segnalate negli emendamenti che ora andranno al vaglio della Commissione bilancio per poi approdare alla Camera riguardano:
– la proroga al 31 agosto per quanto riguarda la presentazione delle domande di regolarizzazione
– la possibilità per una persona già titolare di un permesso di soggiorno temporaneo (ad esempio per richiesta asilo) e con un contratto di lavoro attivo, di convertire il proprio permesso, legandolo al lavoro.
– l’allargamento della misura di regolarizzazione al settore dell’edilizia (un emendamento a sola firma Leu e Radicali).
Quest’ultima modifica in particolare, se da una parte andrebbe a colmare una grave mancanza del provvedimento di regolarizzazione includendo i circa 43.000 cittadini stranieri impiegati nel settore edile (a oggi esclusi dalla misura che coinvolge solo il settore della cura domestica e dell’agricoltura), dall’altra non sarebbe risolutivo: lascerebbe fuori, infatti, circa 61.000 lavoratori del commercio, e 46.000 occupati nella ristorazione (fonte Istat).
Secondo i dati Ismu e Ispi relativi al 2019, sarebbero 387mila i cittadini stranieri in possesso dei requisiti per partecipare alla regolarizzazione, di cui 76mila nell’agricoltura e 311mila nell’area dei servizi alla persona: un numero decisamente lontano da quello che riguarda invece le persone prive di uno status giuridico regolare, circa 600mila. Un dato che palesa l’insufficienza della misura prevista dal governo.
Oltre ai tre emendamenti previsti in discussione, sollecitiamo con forza la modifica dell’art. 16 relativo alle misure straordinarie di accoglienza, al fine di permettere un inserimento temporaneo nel sistema di accoglienza SIPROIMI dei richiedenti asilo e dei titolari di permesso di soggiorno per casi speciali e per motivi umanitari, con parità di servizi di accoglienza, respingendo dunque ogni ipotesi di differenziazione dei servizi essendo essa discriminatoria ed irragionevole.
Mettiamo infine in luce una questione cruciale che riguarda quanto previsto al comma 2 della misura di regolarizzazione, che include nel provvedimento i cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre: sollecitiamo l’ampliamento di tale termine e la conseguente inclusione delle persone presenti sul territorio nazionale all’8 marzo 2020, il cui permesso di soggiorno sia scaduto anche prima del 31 ottobre 2019.
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