Europe Must Act-Italia: una delibera per l’accoglienza e la tutela dei diritti.

L’adesione a un sistema di accoglienza equo e diffuso – qual è il progetto SAI (ex SPRAR) – e la pressione sulle istituzioni nazionali ed europee per un cambiamento nella gestione dei flussi migratori: questi i due assi della proposta di delibera comunale presentata il 18 marzo dal gruppo italiano di Europe Must Act, movimento europeo nato un anno fa da 160 ONG, volontari e cittadini, con l’obiettivo specifico di sollecitare la ricollocazione delle persone bloccate nei campi delle isole greche di Lesbo, Chios e Samos. Un’urgenza situata in una cornice più ampia, ossia l’adozione di politiche migratorie europee basate su condizioni di accoglienza rispettose dei diritti e sulla responsabilità condivisa tra stati.

In Italia il movimento (qui il manifesto), in collaborazione con reti nazionali – tra cui il Forum per cambiare l’ordine delle cose – e associazioni di molte città italiane – Firenze e Verona in primis – si sta concentrando sul piano dell’accoglienza, mettendo in risalto il ruolo degli enti territoriali. Da qui nasce l’iniziativa della delibera e la sollecitazione ai comuni, che sottoscrivendola si impegnano da una parte a costruire sul proprio territorio politiche inclusive, e dall’altra a sollecitare rappresentanti governativi italiani ed europee sulla modifica dell’assetto normativo relativo all’immigrazione.

Creazione di meccanismi di redistribuzione equa tra paesi membri, vie di ingresso legali, la fine degli accordi con paesi terzi non sicuri come Libia e Turchia: queste le richieste concrete. “Abbiamo scelto il 18 marzo come data per la presentazione della delibera per ricordare la Dichiarazione UE-Turchia, firmata il 18 marzo 2016, con cui l’Europa consegnava l’accoglienza di milioni di persone a uno stato non sicuro in cambio di sei miliardi di euro” spiega Massimiliana Odorizzi, una delle coordinatrici del movimento, proseguendo: “Nel corso degli anni il patto ha reso ancora più drammatiche le condizioni delle persone accolte in Turchia e di quelle in transito lungo la rotta balcanica, come abbiamo visto in questi ultimi mesi in Bosnia e in Grecia”.
Il gruppo italiano di Europe Must Act chiede una presa di posizione proprio di fronte alle drammatiche conseguenze della politica di esternalizzazione delle frontiere adottata dall’Europa: “La delibera è un primo passo concreto con cui molti comuni e gruppi territoriali possono manifestare la loro contrarietà alle politiche europee in materia di immigrazione”. Un comune ha già sottoscritto la delibera: si tratta di Bosco Chiesanuova, in provincia di Verona.

La caratteristica del movimento è proprio la sua doppia visione, territoriale ed europea: due livelli diversi che però lavorano insieme in maniera sinergica. Secondo Europe Must Act è infatti necessario concentrarsi sul piano locale e sul protagonismo dei suoi attori – amministrazioni, cittadini, associazioni e collettivi – per implementare prassi di accoglienza inclusive e rispettose dei diritti. Un passaggio necessario al fine di creare un impatto a livello nazionale ed europeo.
Diverse le realtà già coinvolte nel percorso: oltre al Forum per cambiare l’ordine delle cose, Refugees Welcome, Cestim, Nigrizia, Baobab Experience e molte altre. 

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