Una circolare correttiva: questo quanto previsto dalla Commissione Nazionale in sinergia con il Gabinetto del Ministro dell’Interno Lamorgese. Una misura pensata per applicare finalmente il DL130 convertito in legge 173/2020, che supera i decreti sicurezza ma che finora, a causa di numerose prassi illegittime osservate in particolare nelle Questure, è fermo sulla carta. La circolare avrebbe dovuto permettere di procedere, finalmente spediti, con la corretta applicazione normativa, nello specifico in merito alle richieste di protezione speciale dirette alle Questure (art 19 c.1.2 Testo Unico modificato dal dl 130/20), e ai numerosi casi pendenti spesso rigettati alla luce dei vecchi requisiti piuttosto che di quelli previsti dalla nuova legge, come accade ad esempio alle richieste e alle istanze di rinnovo di protezione internazionale.
Il condizionale è d’obbligo, perché purtroppo, dopo la legge anche la circolare è bloccata: da una settimana la bozza elaborata è ferma. Uno stop accolto con delusione dalle associazioni – Forum per cambiare l’ordine delle cose insieme a attivisti e associazioni che lo compongono e animano le varie esperienze operative su tutto il territorio nazionale, Grei250, Fondazione Migrantes, Refugees Welcome Italia, Rete EuropAsilo – che hanno messo in campo un lavoro di rete, monitoraggio e concertazione politica. “La misura avrebbe fatto vincere finalmente i diritti, intorno ai quali è stato costruito l’impianto normativo di superamento dei decreti Salvini” afferma Giovanna Cavallo, coordinatrice del Forum. Al momento, però, i diritti sono ancora bloccati, e con essi la vita di migliaia di persone, già rese più vulnerabili dai decreti sicurezza, e ora esposte a un’ulteriore esclusione per via di prassi illegittime non ancora corrette operativamente. “Siamo state sentinelle, attente a monitorare la concreta applicazione della nuova normativa e a far emergere storture e blocchi operativi, che poi abbiamo portato alle istituzioni, iniziando un lavoro di concertazione che dovrebbe esserci sempre quando si parla di politiche per le persone, e di cui invece spesso manca una reale strutturazione”, prosegue Cavallo. Un percorso che ha visto vari momenti: dalla creazione del dossier di sintesi delle criticità, elaborato proprio rispetto al monitoraggio nei territori, al dialogo con il mondo della politica. Diversi i momenti di confronto: sulla base del monitoraggio delle associazioni, il senatore indipendente Gregorio De Falco ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’interno, sollecitando una presa di responsabilità circa la “sostanziale disapplicazione delle norme previste dal decreto-legge n. 130 del 2020”, che si muova verso la reale applicazione delle leggi “esistenti e non di quelle del ‘decreto sicurezza’, ripristinando una legalità che, di fatto se non di diritto, viene compromessa dalle resistenze delle amministrazioni periferiche”. A inizio giugno le associazioni hanno incontrato la parlamentare Francesca Galizia insieme all’intergruppo migrazione del M5S, per un confronto, oltre che sulla protezione speciale, anche sul piano inclusione e accoglienza, altro tema su cui il Forum è impegnato in un lavoro di consultazione territoriale al fine di fornire proposte e sollecitazioni alla politica.
Il 16 giugno una delegazione composta da Giovanna Cavallo e Domenica D’Amico del Forum per cambiare l’ordine delle cose, e Stefania Dall’Oglio, rappresentante di Grei250, ha incontrato il Viminale: una interlocuzione importante, sollecitata dall’onorevole Gennaro Migliore (Italia Viva), che ha sottolineato la necessità di garantire la corretta applicazione della norma e la conseguente importanza del monitoraggio. Una necessità che va di pari passo con le sentenze dei Tribunali: sono sempre di più le aule giudiziarie che rilevano l’illegittimità di alcune procedure (per alcuni esempi si vedano le sentenze di Lecce, Napoli, Bologna, Rimini, Roma). A questi incontri seguiva l’elaborazione della circolare: dopo tutti questi step, il suo stop è ancora più deludente. “Che fine ha fatto la circolare? Questa è la domanda che ci facciamo come associazioni”, affermano i membri del Forum. Le associazioni non intendono fermarsi: al contrario, prosegue con più forza la sollecitazione alla politica e le richieste di nuovi incontri, guardando non solo ai nodi che, si presume, abbiano interrotto il percorso in atto, ma anche alle Commissioni territoriali, che si intendono sollecitare “affinché rilascino adottino criteri adeguati per il rilascio dei pareri sulla protezione speciale”, come evidenziato da Gianfranco Schiavone, vicepresidente Asgi e membro del Forum per cambiare l’ordine delle cose.