Chi è Clinica Legale
La Clinica Legale del Diritto dell’Immigrazione e della Cittadinanza dell’Università degli Studi Roma Tre nasce nel 2010 – inizialmente come laboratorio sperimentale – risultando, così, una delle prime esperienze italiane di insegnamento clinico del diritto, nonchè la prima in assoluto a predisporre un servizio aperto al pubblico all’interno dei locali dell’Università stessa. A partire dall’a.a. 2011-2012, infatti, accanto al corso semestrale di diritto dell’immigrazione e della protezione internazionale, che vede la partecipazione in media di circa 25 studenti l’anno, la Clinica affianca uno sportello legale – attivo tutto l’anno – in cui gli studenti offrono un servizio di orientamento ai diritti a migranti e richiedenti asilo, sotto la supervisione di due avvocati esperti in diritto dell’immigrazione.
La contaminazione, il diritto come pratica sociale e il ruolo della cura
“Sono 20 anni che mi occupo di migrazioni e di diritto. Forse 20 anni fa aveva un senso che ci fossi io ad occuparmene. Oggi, il fatto che non ci siano i figli e le figlie dei migranti dentro le università ad insegnare diritto – diritto delle migrazioni – è il segno semplicemente della segregazione che vige in Italia: una segregazione tanto sociale quanto occupazionale”
L’esperienza di Clinica Legale è significativa nelle nostre riflessioni sull’accesso al sistema di diritti che regolano flussi e migrazioni perché, nella sua storia e nella sua esperienza, ritroviamo la scomposizione di alcuni paradigmi imposti da una visione “per categorie” del diritto e troviamo alcune risposte traducibili in azioni sociali che si possono agire nei nostri territori.
In primo luogo, Clinica Legale ci propone l’idea del sapere giuridico come bene comune: l’influenza del movimento studentesco nella nascita della clinica ha gettato le basi per una visione del sapere come bene da produrre in comune e da mettere in comune. Non solo. L’influenza del movimento antirazzista ha catalizzato sia il processo di inclusione dei temi migratori all’interno dell’università, che la presenza dei migranti e delle migranti nelle stesse. Da questa contaminazione, emerge la peculiarità di Clinica Legale, che si distacca da subito dall’approccio statico all’interpretazione del corpus normativo tradizionale, andando verso una visione alternativa di un diritto in fieri.
“Per Clinica Legale era importante contaminare il sapere accademico introducendo un soggetto politico radicale ed incongruente con la tradizione: il/la migrante, quella figura che non solo fruisce del servizio di Clinica Legale, ma che diventa docente grazie a quella contaminazione che garantisce la co-produzione del sapere”.
La contaminazione del sapere accademico giuridico ha come conseguenza la de-costruzione di un secondo paradigma: l’idea di diritto come nozione statica. Esso agisce per categorie di inclusione ed esclusione, a mezzo di sanzioni, decidendo e al contempo recidendo. A questa visione si contrappone una concezione di diritto come pratica sociale, che conosce e riconosce la discriminazione e le vulnerabilità. Diritto come pratica sociale significa far pendere l’ago della bilancia non più verso la decisione che divide, ma verso la presa in carico del problema, ovvero la cura.
Al concetto di cura, Clinica Legale dà un significato ampio:
“Non è solo cura verso gli studenti, verso la comunità accademica, verso gli utenti, ma lo è anche nei confronti della città. La necessità di trasformare l’accesso ai servizi significa agire in un ambiente che non è solo il tribunale, la corte; quello è il punto di arrivo di percorsi che partono da prima e arrivano spesso in maniera molto diversa. È invece importante trasformare la città, trasformare l’ambiente, agire il diritto come pratica sociale, farsi carico della vulnerabilità, e dare un esempio di come il pubblico può in qualche modo essere trasformato, essere piegato a un fine sociale”.
Immaginare un diritto che persegua e assolva alla sua funzione di cura e che lo faccia partendo da politiche di ingresso accessibili e legali è uno dei punti di partenza da cui vorremmo iniziare a confrontarci il 9 novembre nel convegno “Flussi di Energia”, in cui Clinica Legale, insieme a tante altre realtà territoriali, offrirà il suo contributo e la sua esperienza nella nostra città.