Flussi migratori: come liberare flussi di energia positiva?

Migrazioni: cambiamo il dibattito. Rovesciamo il punto di vista. Basta ripetere discussioni su chi deve sbarcare e chi no. Tutte le persone salvate in mare, ovviamente, devono poter sbarcare ed essere messe in sicurezza. Ma noi vogliamo porre alcune domande che mancano nel dibattito. Tutti e tutte possono muoversi e viaggiare? E come garantire la libertà di movimento? Per questo invitiamo a discuterne a Roma il 9 novembre in un convegno/tavola rotonda promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale ed organizzato dalla rete del Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose, con la partecipazione della Campagna Ero Straniero.  

Come liberare flussi di energia, cioè di immigrazione regolare? Come garantire il diritto alla mobilità delle persone e immaginare modi sicuri e regolari per attraversare confini e frontiere? Come programmare e gestire i flussi migratori per lavoro e studio per poter garantire tutele e dignità a chi arriva in Italia e per andare incontro ai fabbisogni odierni del mercato del lavoro? A partire da queste domande, dunque, il prossimo 9 novembre, dalle ore 14.30 alle 19.00, all’interno della sala della Protomoteca del Campidoglio, a Roma, diverse organizzazioni della società civile si confronteranno con alcuni esponenti del mondo produttivo, politico, sindacale, italiano, nel convegno/tavola rotonda Flussi di Energia, promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale ed organizzato dal Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose, con la partecipazione della campagna Ero Straniero, un evento che nasce da questa consapevolezza: dall’urgenza di pretendere che le persone possano muoversi e viaggiare liberamente, per lavoro, per studio, per realizzare i propri progetti di vita.   

«Per superare i blocchi fisici, bisogna smontare quelli mentali. Questo è necessario per evitare di riaprire l’ennesimo inutile dibattito sull’immigrazione, che rischia ancora una volta di essere sempre identico a sé stesso», dichiara il regista Andrea Segre, tra i fondatori del Forum nato il 3 dicembre del 2017 a Roma da un’assemblea di 500 persone e che ancora oggi prosegue le sue attività cercando di ampliare la propria rete.

«Siamo consapevoli che per superare tali blocchi, è necessario dare voce ai diretti interessati, non solo i migranti», – prosegue Segre: «ma anche degli individui e delle comunità che stanno a stretto contatto quotidiano con persone che decidono o sono costrette a migrare: operatori della cooperazione, del welfare interculturale, dell’assistenza legale, dell’accoglienza». In questo senso, dichiara Giovanna Cavallo, coordinatrice del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose: «Auspichiamo una maggiore responsabilità della politica europea, non solo di quella italiana, nella programmazione dei flussi e nelle risposte alle emergenze». 

Il giurista Gianfranco Schiavone, componente del direttivo del Forum, è tra le persone in Italia più esperte sulle dinamiche reali, le distorsioni amministrative, le incongruenze legali, ed anche sulle tensioni psico-sociali che andrebbero costantemente tenute al centro delle scelte da prendere quando si legifera in materia di immigrazione. Per questo, Schiavone ha messo la propria competenza nell’organizzazione dell’evento. E dice: «tutti sembrano invocare una gestione ordinata delle migrazioni e affermano di voler potenziare i canali di ingresso regolare degli stranieri in Italia e in Europa. Tutti, compreso l’attuale Governo fin dalle sue prime, anche se vaghe, dichiarazioni. Ma, a vent’anni dalla legge Bossi-Fini sull’immigrazione, i canali di ingresso regolari semplicemente non esistono ed entrare irregolarmente e poi restare in qualche modo è quasi l’unica strada percorribile da parte degli stranieri comodamente etichettati come clandestini, invece di ciò che sono in realtà, ovvero persone rese forzatamente irregolari». Poi, Schiavone spiega il titolo del convegno/tavola rotonda, e insieme quello che è l’obiettivo, così: «Pensiamo che sia sempre più urgente e necessario una riforma dei flussi, che libererebbe una notevole quantità di energia, dando all’Italia sviluppo economico, ma anche una maggiore sicurezza».

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