Parte da Spin Time il percorso verso il Social Forum dell’Abitare

All’esito della due giorni di assemblee, workshop e tavoli tematici che ha coinvolto diverse organizzazioni sociali, sindacali e universitarie che si sono riunite a Roma il 20 e il 21 ottobre scorso, è stato convocato ufficialmente per la prossima primavera il Social Forum dell’Abitare. L’obiettivo è quello di dar vita ad un percorso capace di avanzare proposte concrete, date le competenze, la ramificazione territoriale, il valore delle prassi che si stanno sviluppando sul tema abitare in Italia.

«Il Social forum sarà uno spazio aperto, orizzontale, partecipato», scrivono gli organizzatori in una nota stampa. E ancora: «l’invito è rivolto a tutti coloro che sono interessati a costruire uno spazio politico e di approfondimento su un abitare inclusivo e universale».

L’obiettivo principale del ragionamento, in tutti i casi, è quello di considerare l’abitare come un diritto universale, non solo come diritto alla casa. E, come tale, a vivere territori inclusivi e sostenibili dal punto di vista ambientale.

A partire da questa prospettiva, dunque, si è tenuta lo scorso week end l’assemblea propedeutica all’organizzazione del Forum che ha visto gli interventi di attivisti, rappresentanti di organizzazioni sindacali, ricercatori e studenti universitari all’interno di Spin Time Labs, luogo divenuto oggi ancor più fortemente simbolico vista la minaccia di sgombero che pende sui locali che si trovano all’interno del quartiere Esquilino. Ed è così che sono state condivise prassi, visioni e valutazioni sul tema dell’abitare.

All’interno dei tavoli tematici che si sono susseguiti, è emersa la necessità di una mobilitazione generale che metta al centro la funzione pubblica e il ruolo del pubblico nel trovare e applicare soluzioni al problema endemico dell’accesso alla casa. Infatti, dall’organizzazione del Forum hanno riferito: «abbiamo bisogno di istituzioni pubbliche che tornino a programmare in materia di abitare, di generazione e conversione di spazi pubblici sottraendoli ai richiami della messa a valore finanziaria dei beni comuni e della casa in genere»; allo stesso tempo, però, considerando la partecipazione e l’attivazione diretta delle persone comuni e delle organizzazioni sociali come essenziale per costruire le politiche abitative del futuro.

Ed è in quest’ottica che il Forum Per Cambiare l’Ordine ha fornito il proprio contributo al dibattito, a partire dal percorso già realizzato in passato insieme a diverse realtà impegnate nella tutela dei diritti per un piano di accoglienza e inclusione dal basso: “Mappature del reale per un futuro da creare”, secondo le linee che anche il governo dovrebbe attuare, seguendo quanto prevede il Piano di sostegno all’integrazione. Nel frattempo, sono i gruppi e le associazioni che nei territori agiscono concretamente, con sportelli di sostegno legale, spazi informativi, percorsi di accompagnamento all’autonomia, azioni di contrasto allo sfruttamento sul lavoro, attività di inclusione sociale, a indicare le necessità dei territori e delle persone che li abitano. Nel tempo in cui assistiamo, invece, alle politiche di welfare che escludono e alle istituzioni che respingono. «Ed è questa l’azione urgente che a tutti e tutte noi compete: costruire dal basso, intanto, quelle politiche che oggi non ci sono, per contrastare quelle che hanno solo il fine di attuare criminalizzazioni, senza costruire nessuna infrastruttura sociale», ha ribadito la coordinatrice del Forum, Giovanna Cavallo, intervenendo nel corso della due giorni che si è tenuta a Spin Time Labs.

 

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