Nella provincia che accoglie (Pesaro-Urbino) si è svolta ieri con una forte partecipazione di pubblico la prima tappa della Road Map per il diritto d’asilo e la libertà di movimento
«Quello che è avvenuto a livello politico sul tema delle migrazioni si potrebbe riassumere con questa frase: la disperazione ha battuto ogni forma di propaganda». È lapidario il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, portando i saluti istituzionali alla giornata di formazione prevista nell’ambito del percorso di partecipazione organizzato dal Forum insieme a Cnca, Europasilo, Recosol, Mediterranea, Refugees Welcome, alla rete di attivisti Italy Must Act e Stop Border Violence, per costruire una road Map nazionale con tappe territoriali al fine di contribuire alla analisi e ad una controproposta sul Patto Europeo per le Migrazioni che entro il 2024 la Commissione Europea dovrà discutere e approvare.
Ieri si è tenuta la prima tappa organizzata nel salone della provincia di Pesaro-Urbino. Ancora il sindaco Ricci, dopo aver precisato che per il territorio i migranti sono una risorsa, ha insistito sull’urgenza di ragionare per edificare nuove politiche; relative, innanzitutto, all’aumento dei flussi regolari. Per il sindaco, sono tre i capisaldi da cui partire: accoglienza diffusa e vie legali, abolizione della legge Bossi Fini e infine la cornice europea in cui tutto dovrà innestarsi. «Per evitare di ritrovarci i fantasmi nelle nostre città, persone senza diritti e senza alcuna possibilità di garantirsi una vita degna di essere vissuta», ha aggiunto Ricci: «Abbiamo riscontrato che nel nostro territorio lì dove è stata praticata l’accoglienza diffusa, non si è verificata nessuna tensione con la popolazione locale, ma che invece quando sono state istituite le strutture a grossa concentrazione di persone si è sviluppata la paura e di conseguenza è aumentata la difficoltà di integrazione degli stranieri». E poi ha concluso così: «certo, ora con il taglio dei servizi, a cominciare da quelli di alfabetizzazione, fare le nozze con i fichi secchi diventa complicato, anche per questo dobbiamo pretendere una politica unica europea, per smetterla di essere ognuno sovranista a casa propria».
«È in quest’ottica, che come semplici cittadini, alcuni dei quali fanno parte di associazioni, a partire dalla strage di Cutro, abbiamo cominciato a chiederci cosa fare per pretendere politiche giuste ed efficaci. Per costruire situazioni in cui tutti possano vincere, di win win», ha spiegato Raffaella Catani, a nome delle diverse realtà associative (Arci Pesaro Urbino, Caritas Diocesana di Pesaro, Festa dei Popoli OdV Pesaro, Gruppo Regionale Immigrazione e Salute – Marche, Associazione Lutva, Mediterranea Saving Humans Edt Pesaro, Movimento Federalista Europeo – Sez. Pesaro Fano, Refugees Welcome Pesaro-Urbino, Scuola di Pace “Pierluigi Panzieri” – Pesaro, Veglie contro le morti in mare) che per questo si sono riunite, raccogliendo l’invito del Forum «a costruire un’assemblea pensata come un processo partecipativo dal basso, che oggi è anche una giornata di formazione», ha detto Catani. E poi ha annunciato che si sono costituiti i gruppi di lavoro sui diversi temi che riguardano le nuove normative nazionali ed europee con l’obiettivo di immaginare una risposta giusta e sostenibile a queste questioni. La restituzione dei lavori è stata programmata per il 3 febbraio.
«Circa un anno fa, portando in giro il docufilm Trieste è bella di notte, abbiamo cominciato a pensare che era importante allargare lo sguardo. A partire da due domande: perché a noi cittadini europei ci sta andando bene questo principio di delega? E perchè non cominciamo invece a riprenderci spazi di discussione sul piano europeo?». Così Teresa Menchetti, esperta di politiche europee del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, ha raccontato come è nata l’idea della Road Map per il diritto d’asilo e la libertà di movimento che per ora vede coinvolte già dieci città. «Nell’ottica della costruzione di politiche dal basso, che è un po’ l’idea con cui è nato il Forum cinque anni fa, da un’assemblea partecipata da oltre 500 persone», ha ribadito Menchetti: «ciò che vogliamo fare è ragionare tutti insieme, consapevoli che l’Italia sta diventando un terreno di sperimentazione inquietante, ma che tutto si lega come gli anelli di una catena alle politiche europee».
Dopo i saluti istituzionali del vice-prefetto Angeloni che ha ribadito l’esistenza di un trend nella provincia di Pesaro-Urbino per ciò che riguarda i ricongiungimenti famigliari e gli arrivi dalle vie terrestri, ma ha posto l’accento anche sull’accesso alla casa e le difficoltà alloggiative che incontrano gli stranieri, la giornata di formazione è poi entrata nel vivo con le lectio dei giuristi. Dapprima, con Paola Graziosi, esperta di diritto dell’immigrazione che da anni collabora su questo tema con numerose associazioni della provincia di Pesaro-Urbino tra la cui Caritas diocesana di Pesaro, che ha delineato le conseguenze introdotte nel nostro ordinamento dopo l’approvazione della Legge n. 50. In particolare, Graziosi si è soffermata a sfatare il mito dell’abolizione della protezione speciale dal nostro ordinamento, spiegando che l’istituto della protezione speciale è ancora in piedi nel nostro ordinamento e può essere richiesto a seguito di procedura di protezione internazionale; tuttavia è stato abolito il riferimento espresso di poter fare richiesta di protezione speciale direttamente al questore. Graziosi ha inoltre ricordato, relativamente alla protezione speciale, gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato come quelli relativi alla tutela del diritto alla vita privata e familiare. E, come si ricorderà, questo è ancora uno degli obiettivi portati avanti dal Forum attraverso la campagna #Paradossiall’italiana, mentre continuano a giungere al nostro osservatorio le segnalazioni sugli ostacoli posti dalle questure per richiedere la protezione speciale.
Il giurista Gianfranco Schiavone, invece, studioso delle migrazioni internazionali e presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, Ics, oltre che componente della segreteria del Forum, è entrato nel vivo della giornata di formazione con la sua relazione sulle conseguenze dell’approvazione del Patto Europeo su Migrazioni e Asilo, lanciando l’allarme sul fatto che le nuove regole introdotte sancirebbero la fine del diritto di asilo in Europa, configurandosi come un attacco allo stato di diritto. Non solo. Schiavone ha spiegato come in tal modo la domanda d’asilo diventerebbe solo ed esclusivamente una procedura di frontiera, augurandosi che proprio le procedure accelerate alla frontiera previste dal Patto, e già applicate in Italia, vengano limitate, perché comportano seri rischi per i diritti umani. E, al di là delle disposizioni previste dal Patto, per Schiavone esiste un rischio concreto di torsione autoritaria delle istituzioni europee, dimostrata dal fatto che la procedura adottata per approvare questo patto è stata portata avanti esclusivamente dal Consiglio, quindi dai ministri dell’interno di 27 paesi, senza nessun riguardo né per la proposta fatta dalla Commissione né del ruolo rivestito dal Parlamento europeo.
Considerazioni, queste, che fanno il paio con quelle consegnate all’assemblea di Pesaro-Urbino dall’organizzazione Euromedrights, attraverso un contributo video che è stato proiettato. «Temiamo che, se tali proposte venissero adottate, la privazione della libertà dei richiedenti trattenuti alle frontiere diventerà la norma in tutta Europa», hanno ribadito dall’organizzazione: «i co legislatori dovrebbero garantire che il ricorso alla detenzione sia una misura di ultima istanza, da cui escludere, in ogni caso, persone vulnerabili e bambini». Mentre la detenzione in quest’Europa sembra essere diventata la norma, aggiungiamo noi.
Simulazione EuroMed Rights impatto del Patto in Spagna, Italia, Grecia Scarica il documento
Nel frattempo, si registra profonda soddisfazione per l’incontro di ieri. «C’è stata grande partecipazione di pubblico e il coinvolgimento delle istituzioni dimostra attenzione al tema», ha detto Raffaella Catani al termine dell’incontro che si è tenuto nella “provincia che accoglie”.