Nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti e delle migranti “Cosa è successo al Capitano?” Un racconto dell’assemblea cittadina

Ridare dignità alle migrazioni, cioè al diritto di scegliere il paese in cui si vuole vivere, con la garanzia effettiva per chi vuole chiedere protezione internazionale. È questa la sfida che è stata fatta propria durante la “maratona” organizzata da venti realtà della società civile di Roma nell’ambito della giornata internazionale per i diritti dei migranti e delle migranti che si è tenuta il 18 dicembre nei locali a rischio sgombero di Spin Time Labs. «La dignità è la stessa che è stata garantita a giovani, poveri e migranti nel percorso che in questi dieci anni di occupazione ci ha portato a costruire questa comunità solidale ed accogliente», dice Paolo, uno dei portavoce di Spin Time Labs, aprendo i lavori della giornata in cui si sono alternati piani di formazione, dibattiti e momenti culturali.

«Con questa Road Map attraverseremo l’Italia con l’obiettivo di aprire uno spazio di ragionamento per tutti, con l’idea di fare in modo che certi temi che sembrano sempre troppo distanti ai non addetti ai lavori, siano immediatamente comprensibili», continua Fabiana Musicco di Refugees Welcome Italia, in rappresentanza della rete nazionale che ha promosso la Road Map per la libertà di movimento e il diritto d’asilo – diciamo la nostra sul patto europeo – che attualmente sta attraversando decine di città italiane, un Patto che entro il 2024 la Commissione Europea dovrà discutere e approvare e che potrebbe avere un impatto pessimo sul diritto d’asilo.

Quello che verrà elaborato all’interno di questa giornata si connetterà con gli altri documenti elaborati dalle altre città coinvolte attraverso la road map, per costruire a maggio una assemblea nazionale di confronto con le forze politiche in piena campagna elettorale per le europee. «In questo modo vogliamo difendere il diritto d’asilo, ma anche rilanciare il diritto alla mobilità internazionale per studenti, lavoratori e per membri di famiglie che hanno bisogno di ritrovarsi oltre i confini. Per questo abbiamo aperto uno spazio partecipato di discussione e autoformazione sulle politiche migratorie europee e italiane» si spiega nell’introduzione alla Campagna per il diritto all’asilo e alla libertà di movimento.

Ed è proprio con un momento di formazione che la lunga giornata è cominciata. Affidato al giurista di Asgi, Gianfranco Schiavone, che è anche componente della segreteria del Forum, e all’antropologa Cristina Molfetta della Fondazione Migrantes. Per Schiavone. il senso del Patto Europeo è tutto nella logica di paura e di chiusura che lo anima. «Nel voler ridurre gli arrivi delle persone in Europa, allo scopo di trattenere quanto più richiedenti possibili attraverso la procedura di frontiera, è questo l’insieme delle proposte presentate che ruota attorno a questo tipo di logica», dice Schiavone: «l’obiettivo di fondo è portare fuori dai confini dell’Unione Europea il diritto d’asilo. Lo provano alcuni regolamenti che saranno adottati, come quello sullo screening e l’applicazione della procedura di frontiera che, tra l’altro, porteranno ad una drastica limitazione del diritto di difesa, all’esclusione dalle procedure dei testimoni, delle associazioni indipendenti». E poi conclude: «la stessa proliferazione degli hotspot prevista dal patto e già applicata sul piano nazionale, è in contrasto con l’articolo 10 della costituzione. È l’Europa degli squilibri quella che avanza con questo Patto. E il motivo per parlarne è che bisogna evitare che dall’inizio della prossima legislatura europea queste proposte vengano applicate».

Sulla stessa lunghezza d’onda di Schiavone è Cristina Molfetta, che ha fatto riferimento, in particolare, alle nozioni di paese sicuro e paese terzo sicuro che prevedono, di fatto le procedure alla frontiera e, il respingimento in paesi extra europei che non rispettano in molti casi i diritti umani. «È il modello di Ceuta e Melilla che si vuole applicare su larga scala» – dice Molfetta – «l’obiettivo è avere quante meno persone potenziali richiedenti asilo all’interno dell’Unione Europea, è su questo temi che purtroppo sempre più spesso in UE e anche all’interno di ogni singolo paese si costruiscono le carriere politiche, ed è sempre di più sulle barriere e sui muri che si costruiscono le politiche»; e poi conclude: «il modello che sarà si sta proponendo è quello di avere sempre più accordi per rimandare in paesi terzi quante più persone come quello che dal 2017   ha permesso all’Italia di rimandare in Libia 215.000 persone. Il Patto asilo e immigrazione rischia di rendere legali queste pratiche . E gli stati vogliono usare tutti gli strumenti legali ed economici per attuarle, tra cui come già succede lo sviamento dei fondi per la cooperazione allo sviluppo piegati in parte alle logiche di controllo delle migrazioni». Nel presentare la campagna per fermare la tortura che viene attuata nei confronti dei migranti ai confini dell’Ue, è stato ribadito che per restituire dignità alle migrazioni è necessario pretendere che siano realmente programmati flussi migratori per lavoro e studio garantendo tutele e dignità a chi arriva in Italia. Come ha sottolineato Mamadaou Pli Kouassi, attivista del Movimento Migranti e Rifugiati e mediatore culturale al Centro Sociale Ex-Canapificio di Caserta, intervenendo durante la formazione. «Avere canali di ingresso regolari aiuterebbe a combattere il traffico di esseri umani e soprattutto garantirebbe dignità a chi vuole viaggiare per raggiungere qualsiasi parte d’Europa».  La dignità delle migrazioni è un concetto su cui insiste molto Mamadou la cui faccia, persone da ogni parte del mondo, l’hanno vista durante l’ottantesimo Festival del cinema, quando ha presentato l’ultimo film di Matteo Garrone con cui ha collaborato per la realizzazione di Io Capitano, il film che è valso il Leone d’Argento al regista e che adesso è candidato agli Oscar.

Le traiettorie di discussione. La rete che ha promosso l’assemblea cittadina ha dedicato diversi interventi al comune intento di fare rete e di dotarsi di strumenti di iniziativa, mettendo a disposizione saperi e competenze preziosi. Roma ha bisogno di una nuova stagione di azione che rimetta al centro la dignità e la libertà dei migranti e delle migranti per ricostruire comunità contro le frontiere sociali, politiche e di genere. Su queste traiettorie si costituiranno i gruppi di lavoro per agire insieme a partire dal prossimo gennaio, dall’accoglienza al diritto di soggiorno, concetto ribadito più volte nei diversi interventi.

La voce dei migranti, in tutti i casi, è stata la protagonista della seconda parte della giornata, prima con il monologo “La verità che è in me è” organizzato in collaborazione con il tavolo cultura di Spin Time Labs, un monologo attraverso cui la protagonista, Olga, mette in scena il dolore che ha provato abbandonando la sua patria e la sua famiglia e, allo stesso tempo, l’emozione di essere accolta a Roma. Poi, con gli interventi che si sono susseguiti durante la tavola rotonda, a cui hanno partecipato una buona parte delle realtà romane impegnate nella tutela di migranti e rifugiati.

È stata l’occasione per ascoltare la voce di Souhayla Saab interprete e mediatrice culturale, oggi responsabile dell’orientamento e delle informative rivolte a cittadini di altri paesi per Yalla Study, il progetto del Forum per garantire il diritto allo studio degli studenti che intendono arrivare in Europa per studiare da Libano, Palestina, Siria. Ma anche per ascoltare la testimonianza di Bashar A., un rifugiato arrivato da Raqqa con i corridoi umanitari organizzati dalle chiese, cattolica e protestante, e dalla società civile che ha ridato speranza e prospettiva di azione dopo aver ascoltato la testimonianza di Pato che ha perso la moglie e la figlia nel deserto al confine con la Tunisia, dopo la caccia all’uomo delle autorità su “mandato europeo”  E, insieme, il racconto dell’esperienza di Senza Confine e del centro socio-culturale Ararat, l’ambasciata curda di Roma. E poi della ong Mediterranea che, negli ultimi giorni, è stata oggetto di una vera e propria macchina del fango. Così come è stata data voce alla storia di Alaji Diouf, che ha passato ingiustamente otto anni in carcere perché accusato di essere uno scafista, per il quale l’associazione Baobab Experience sta agendo con l’avvocato Francesco Romeo per ottenere la revisione del processo. Infine, proprio la “solidarietà sotto processo” è stato il tema di Agaish, Ospite, lo spettacolo teatrale presentato da Women Crossing e curato dall’associazione genitori scuola Di Donato che ha chiuso la lunga maratona per ridare dignità alle migrazioni.

La rete sta riannodando i suoi nodi per rafforzare le relazioni cittadine e per cambiare l’ordine delle cose. Infatti, oltre venti realtà, AlterProjectEmpowerment2006 – APE06 società cooperativa sociale, Arci Roma, Associazione genitori scuola Di Donato, Baobab Experience, Blacklivematter, Cambiare l’Ordine delle Cose- Forum Roma, Casetta Rossa, Cgil – Roma e Lazio, CiancArìaSolidale aps, Città dell’Utopia, Cnca Lazio, Comitato Antirazzista Durban Italia, IdeaPrisma82_WELLcHOME_MigrAzioni_InterAzioni, Legal Aid – Diritti in Movimento, Legambiente, Mediterranea Saving Humans – Roma, Melitea, Natura comune, Obiettivo Fanciullo – ODV, Operatori Sanitari Nel Mondo, Re.Co.Sol., Refugees Welcome Italia, Senzaconfine, Spin Time Labs, Stop Border Violence, tutte impegnate da tempo nel costruire a Roma un’altra idea di comunità, hanno aperto finalmente un altro spazio di azione e di convergenza che il 18 dicembre scorso, a Spin Time Labs, è stato attraversato da decine di persone.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione il Tavolo Cultura che realizza da diversi anni un progetto culturale innovativo e partecipato negli spazi di Spin Time Labs e che è espressione di convivenza virtuosa sulla quale si radica la trasformazione di questo luogo in spazio attivo, aperto e plurale.

Scarica i documenti della tavola rotonda.  

relazione Cnca

relazione Baobab experience

relazione legambiente pdf

relazione Yalla Study

relazione refugees welcome

relazione Ararat Senza Confine

relazione Black Lives Matter

relazione Re.Co.Sol

Per partecipare ai gruppi di lavoro e seguire la Road Map scrivi a  info@cambiarelordinedellecose.eu

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