Ecco cosa abbiamo ribadito al convegno del partito democratico

Il Forum ha partecipato con diversi interventi alla due giorni “Prima le persone” organizzata il 19 e 20 gennaio a Roma dal Pd, ponendo diverse questioni.

«Irrazionale, iniqua ed efficace». Così Gianfranco Schiavone, giurista esperto in protezione internazionale dell’Associazione per gli studi giuridici immigrazione, e componente anche della segreteria del Forum per cambiare l’ordine delle cose, ha definito l’attuale legislazione italiana in materia di immigrazione (riferendosi alle politiche adottate da tutti i governi negli ultimi 30 anni) intervenendo alla due giorni “Prima le persone: immigrazione, diritti, riforma della cittadinanza” organizzata lo scorso 19 e 20 gennaio, a Roma, dal partito democratico.

Il disastro Il Forum ha partecipato alle giornate con diversi esponenti della sua segreteria politica. Il primo intervento, dunque, è stato di Schiavone, il quale ha ribadito: «dentro questo quadro le politiche adottate hanno costruito un disastro, non soltanto a danno di moltissime persone, ma soprattutto della crescita culturale e sociale dell’intero Paese. In questi ultimi trent’anni la normativa sul permesso di soggiorno è cambiata 25 volte, mentre quella sull’espulsione ben 45 volte». Ha osservato il giurista: «non esistono canali di ingresso regolari per il principale motivo per cui le persone migranti arrivano in Italia, ovvero il lavoro, con ciò producendo fenomeni di lavoro nero e gravissimo sfruttamento». E poi, ancora, il giurista ha sottolineato come questo abbia prodotto una «efficientissima macchina dell’insicurezza». Infine, Gianfranco Schiavone ha sostenuto come non esistono canali protetti, in generale, per chi viene dall’estero a chiedere protezione. Ed ha sollecitato la platea dei parlamentari del partito democratico ad impegnarsi nel riportare dentro i confini del perimetro costituzionale il sistema di accoglienza. Infine, l’ultima questione che il giurista ha posto è stata quella degli allontanamenti. «Il punto è che il procedimento di espulsione deve essere solo l’estrema ratio, non si può diventare irregolari per banali questioni amministrative. Ed essere trattenuti negli odierni Cpr. Ma, soprattutto, ha aggiunto: «occorre un vero e proprio cambio di paradigma in queste politiche che hanno avvelenato la vita del paese».

Gianfranco Schiavone, giurista Asgi

Un viaggio senza fine Mamadou Koaussi, mediatore culturale e attivista del centro sociale ex Canapificio di Caserta, oltre che sceneggiatore del film “Io Capitano” del regista Matteo Garrone, ha ricordato le dinamiche del suo viaggio verso l’Italia che lo hanno portato ad attraversare il deserto, passando per i centri di detenzione della Libia, anche lui, come altre migliaia di persone. E poi l’uomo ha ricordato l’esperienza dello Sprar di Caserta dove è stato accolto, il più grande della Campania, «che ha permesso a noi immigrati di essere cittadini attivi, oggi questo centro non esiste più, sebbene Caserta abbia oggi un sindaco del partito democratico. E oggi siamo ancora in attesa che il centro riapra», ha aggiunto Koaussi: «il permesso di soggiorno per noi è fondamentale, per avere un lavoro e per affittare una casa. Il permesso di soggiorno è uno strumento che ci permette di vivere sul territorio e ha bisogno di essere duraturo». Infine, Koaussi ha auspicato l’apertura di canali di ingresso regolari, perché è l’unico modo per combattere i migranti.

Mamadou Kouassi, mediatore culturale

Anche l’operatore socio-legale Giampaolo Mosca, ha sottolineato l’esperienza dello Sprar di Caserta, oggi chiuso e in attesa da un anno che un bando pubblico possa aggiudicarlo e riaprirlo. Un’esperienza che ha permesso a centinaia di migranti e richiedenti asilo di aver un futuro degno in Italia. Per questo, ha ribadito Mosca: «siamo qui per confrontarci con il partito democratico, augurandoci in futuro anche una sua vittoria alle elezioni. Ma, senza polemica, il Pd ha molte cose da farsi perdonare. Sul piano locale quella della mancata riapertura dello Sprar, sul piano nazionale i decreti Orlando-Minniti e, sul piano internazionale, gli accordi tra Italia e Libia».

Giampaolo Mosca, operatore socio-legale

Non votate quel Patto Sul piano europeo, invece, la coordinatrice del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Giovanna Cavallo, è intervenuta durante il convegno organizzato dal partito democratico, anche a nome delle organizzazioni che stanno promuovendo la Road Map per il diritto d’asilo e la libertà di movimento, per informare sulle conseguenze e sui rischi a cui vanno incontro i migranti se il Patto Europeo asilo e migrazioni sarà approvato dal parlamento europeo nella sua veste attuale. Almeno a considerare le azioni previste dai cinque regolamenti da approvare. Un patto che può essere sintetizzato con tre parole – ha detto Cavallo – «respingere, trattenere, detenere». E poi ha spiegato «come in realtà si tratti di un Patto dal pessimo impatto, perché nella sua attuale definizione normalizza l’uso arbitrario della detenzione e l’utilizzo sistematico di procedure di crisi per consentire i respingimenti verso i cosiddetti Paesi terzi sicuri, dove i migranti saranno a rischio di violenza, tortura e detenzione arbitraria». Non solo. Secondo la coordinatrice del Forum: «se il teatro di queste potenziali violazioni sarà dunque la frontiera esterna, saranno soprattutto i paesi come l’Italia che subiranno l’onere più alto di questo tipo di gestione, sia economico che politico». Per questo, Giovanna Cavallo, appellandosi ai parlamentari europei presenti, ha chiesto di non votare il Patto, per riportare all’interno dei confini dell’’Europa i suoi valori fondanti: democrazia, libertà, uguaglianza, stato di diritto, «perché l’accordo raggiunto finora è un compromesso al ribasso che non fa gli interessi dell’Europa ma gli interessi particolari degli stati membri, non fa gli interessi dei rifugiati, ma della propaganda che specula sulla pelle delle persone», ha concluso.

Giovanna Cavallo, coordinatrice Forum per cambiare l’ordine delle cose

Serve una svolta «Esiste una grandissima parte della società, non so se maggioranza assoluta, ma certamente capace di diventare maggioranza relativa e significativa, che senza alcuna remora e fatica concorda con la linea dobbiamo fermarli e ancor più con la linea dobbiamo difenderci», ha detto il regista Andrea Segre, in conclusione dei lavori della due giorni organizzata nella sede nazionale del partito democratico, Per Segre: «dobbiamo porci lo scopo di scalfire questa maggioranza e per farlo credo che dobbiamo capire meglio e dirci meglio cosa ci sta succedendo. Purtroppo, non possiamo rispondere a quelle parole d’ordine solo con la risposta che i diritti umani vanno rispettati. È terribile, ma la storia degli ultimi 10-15 anni ce l’ha dimostrato chiaramente, questa risposta è insufficiente e anzi collabora suo malgrado a scavare la tomba dei diritti e dello stato di diritto», ha aggiunto il regista. E, poi, infine, Andrea Segre invita la platea a sognare una svolta che possa mettere fine al meccanismo secondo il quale si regalano milioni pubblici a milizie e dittatori per far finta di fermare ciò che nessuno, nemmeno i cattivi Meloni e Salvini, possono fermare. È tutta lì la questione: «investiamo quei milioni per far viaggiare regolarmente persone (noi e nostri figli inclusi) che così possiamo conoscere e controllare. Basta sperperare milioni in pratiche burocratiche astruse per fingere che le persone non vivano già con noi. Investiamo quei milioni in servizi che ci aiutino a conoscerci e rispettarci reciprocamente», ha concluso il regista di “Trieste è Bella di Notte” e di tanti altri film che hanno avuto l’effetto di rendere molti italiani più sensibili ai temi migratori.

 

Per rivedere la prima giornata integrale del convegno: “Prima le persone: immigrazione, diritti, riforma della cittadinanza”.

Per rivedere la seconda giornata integrale del convegno: “Prima le persone: immigrazione, diritti, riforma della cittadinanza”

 

 

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