Decreto flussi: fabbrica di irregolarità e sfruttamento

Secondo i dati raccolti da Ero Straniero soltanto il 23 per cento dei lavoratori e delle lavoratrici migranti arrivati in Italia nel 2023 ha ottenuto il contratto regolare e i documenti di soggiorno. Ma qualcosa ancora è possibile fare per contrastare l’irregolarità per affermare il #dirittodisoggiorno.

La rete del Forum che anima la campagna #paradossiallitaliana già nell’ambito del convegno Flussi di Energia ha da sempre provato a denunciare con forza la carenza di un sistema di ingressi per lavoro che ha diretta conseguenza sulle condizioni di vita delle persone migranti che hanno come unica alternativa di mobilità internazionale quella di affidarsi a sfruttatori e smugglers senza scrupoli. Nell’ambito dei decreti flussi che si sono susseguiti negli anni, sono decine di migliaia le domande extra-quota che corrispondono ad altrettante lavoratrici e lavoratori che sarebbero entrati così in Italia regolarmente, in sicurezza, e che non hanno oggi nessun altro modo per venire a lavorare nel nostro paese, se non quello di affidarsi a un barcone e rischiare così la vita in mare.

Cartografia di un disastro, dal Nord al Sud del Paese.

Non stupisce infatti che nel 2023 le domande di ingresso per lavoro sono state 6 volte di più rispetto alle quote fissate dal governo nell’ultimo decreto Flussi, mentre solo il 23,52% delle quote si è trasformato in permessi di soggiorno e impieghi stabili e regolari. È la fotografia impietosa scattata dal report I veri numeri del decreto flussi: un sistema che continua a creare irregolarità della campagna Ero Straniero, che prosegue così il suo monitoraggio del sistema, l’unico, per l’ingresso regolare e sicuro di lavoratori e lavoratrici dall’estero. Come si ricorderà, la campagna Ero Straniero è promossa da A Buon Diritto, ActionAid, ASGI, Federazione Chiese Evangeliche Italiane (Fcei), Oxfam, Arci, CNCA, CILD, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Radicali Italiani, il cui lavoro di monitoraggio contiene un quadro allarmante, di dati, cifre, e testimonianze: «nel 2023 le domande pervenute nei click day sono state 462.422, tutte istanze inviate a fronte di 82.705 posti disponibili». E ancora, si legge nel report: «per l’anno 2022 le domande invece erano state 209.839, più del triplo delle quote messe a disposizione (69.700)». E poi ancora, le organizzazioni hanno riferito, per ciò che riguarda il passaggio successivo alla domanda, cioè il rilascio del nulla osta all’ingresso, che migliaia di quote non vengono poi utilizzate. Con un ulteriore spreco di flussi di energia, per dirla con un claim molto caro alle attività del Forum.

Oltre al Danno la Beffa.

All’insufficienza del Decreto Flussi si aggiunge anche la sua inefficacia se guardiamo alla terza fase della procedura: «rispetto ai 74.105 ingressi previsti per l’anno 2023, risultavano 57.967 visti rilasciati e 10.718 visti rifiutati». E ancora, che delle 57.967 persone che hanno ottenuto il visto, a quella stessa data, 38.926 (e cioè il 67,15%) risultavano ancora nello step “attesa convocazione”. Ed è qui uno dei passaggi in cui il meccanismo previsto dal Decreto Flussi si inceppa. Ma non è l’unico passaggio. In verità, hanno spiegato da Ero Straniero: «il vero dato allarmante si registra nel passaggio successivo e riguarda la finalizzazione della procedura, con l’assunzione e il rilascio dei documenti, se guardiamo al rapporto tra le quote fissate nei click day del marzo 2023 e i contratti di soggiorno effettivamente sottoscritti, a fronte di 74.105 posti disponibili  (su 82.705 quote complessive, che includono le conversioni), solo 17.435 sono state le domande finalizzate con la sottoscrizione del contratto e la richiesta di permesso di soggiorno per lavoro, il 23,5», riferiscono ancora le organizzazioni.

È fin troppo chiaro, leggendo i dati, che solo una piccola parte di lavoratrici e lavoratori che entrano in Italia con il decreto flussi riesce a stabilizzare la propria posizione lavorativa e giuridica, ottenendo lavoro e documenti. Il resto delle persone scivola in una condizione di irregolarità e quindi di estrema precarietà e ricattabilità, proprio a causa del meccanismo previsto dalla legge.

Call To Action #paradossi

I promotori della campagna #paradossi del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose hanno iniziato a monitorare e denunciare il limbo di migliaia di lavoratori e lavoratrici migranti che non riescono a completare la procedura di richiesta del permesso di soggiorno, riportando al Viminale questo quadro allarmante per il quale urgono circolari correttive. Leggi il report dell’incontro qui.

A Caserta lo sportello del CSA ex Canapificio, a margine del presidio che si è tenuto in Campania qualche giorno fa,  con una lettera inviata alle istituzioni locali, ha evidenziato  il costante aumento dei lavoratori e delle lavoratrici migranti entrati in Italia a seguito della domanda di decreto flussi presentata da un datore di lavoro che si è reso nel frattempo irreperibile e, di fatto, indisponibile a stipulare il contratto di soggiorno in Prefettura, con la prevedibile conseguenza di rendere irregolari i lavoratori e le lavoratrici. “Sono persone che hanno venduto tutti i propri averi, si sono indebitati e sono finiti, di fatto, in una rete di trafficanti che specula sulle condizioni di estrema povertà ed il loro bisogno di lasciare i propri Paesi per cercare una vita migliore, più dignitosa ed una protezione sociale” si legge nella lettera.

È necessario continuare in tutta Italia il monitoraggio di queste conseguenze devastanti attivando tutte le pressioni affiche il Governo preveda il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione o, nelle more, in caso di subentro di un nuovo datore di lavoro, il permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Per questo l’area di coordinamento della Campagna Paradossi sta elaborando un piccolo vademecum utile per intervenire tempestivamente e agevolare la procedura di emersione di questa condizione di limbo, a partire dalla sperimentazione avviata dal nodo Casertano.

Partecipa al monitoraggio qui, segnalaci buone prassi alla mail info@percambiarelordinedellecose.eu, seguici per restare aggiornato sulle interlocuzioni con il Ministero.

La politica interna degli ingressi legali deve prevedere un sistema meno ipocrita e più accessibile per le persone migranti che intendono viaggiare per lavorare o studiare in Italia, spezzando la catena dello sfruttamento e del ricatto ai quali sono continuamente esposti.

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