La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha presentato un esposto al Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo sull’applicazione degli ultimi decreti flussi.
Secondo la presidente del Consiglio, i flussi d’ingresso sarebbero usati come canale di immigrazione irregolare dalla criminalità organizzata. E allora perché non si autodenuncia per correità e “reiterazione di reato” visto che è il sistema di ingressi cosi come elaborato dall’esecutivo che favorisce la criminalità?
Mentre il governo ha scoperto l’acqua calda, vogliamo ricordare che questo meccanismo l’abbiamo denunciato insieme ad altre organizzazioni da molto tempo. Ma non soltanto. Contro le storture di questo sistema, che è alimentato dalle stesse istituzioni che l’hanno prodotto, abbiamo attivato in diverse parti di Italia percorsi di tutela per le vere vittime di questo sistema, i migranti e le migranti.
Persone che abbiamo conosciuto in questi mesi come Ahmed, Karim, Walid hanno confermato che mai hanno potuto fruire di ingressi legali e sicuri perché semplicemente non ci sono e che però qui hanno già un lavoro e continuano ad essere imprigionati da leggi stupide che non funzionano.
Il sistema delle leggi è criminale perché contempla lunghe attese per i richiedenti e tempi delle ambasciate che non sono compatibili con i bisogni delle imprese e delle famiglie, ma anche con le necessità delle persone migranti. Ma c’è di più.
Il vero cortocircuito avviene una volta che i lavoratori e le lavoratrici riescono ad arrivare in Italia. Come hanno dimostrato i dati di Ero Straniero, queste persone si ritrovano senza documenti e così cadono nell’irregolarità giuridica per colpa dello stesso sistema.
Il sistema prevede che il datore di lavoro si avvale della prestazione del lavoratore finché lo ritiene utile e successivamente si può rifiutare di formalizzare il rapporto. Ed è così che le persone perdono il diritto a rimanere in Italia.
Il Decreto Flussi e le varie sanatorie sono tutti accumunati dall’intento di fare profitto e speculare sui migranti. Da tempo denunciamo le truffe ai danni dei lavoratori i quali pagano alcune migliaia di euro a presunti intermediari, datori di lavoro o aziende fittizie in cambio dell’assunzione, salvo poi arrivare in Italia e non avere da loro più notizie.
Un danno che potrebbe essere evitato con un sistema di ingresso più accessibile e meno ipocrita. Chiediamo al governo l’emanazione di una circolare per il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione.
Per questo diciamo alla presidente del Consiglio, mentre si trova in Albania a reiterare sugli stessi errori, che ha ragione e invitiamo il governo a tutelare realmente le vittime di un sistema da esso stesso prodotto, e a cambiarlo, dato che non funziona.