Il report. Tutto quello che abbiamo ribadito ancora una volta alla Commissione Nazionale Asilo. Prosegue il nostro monitoraggio sui “Paradossi all’Italiana”.

Dopo l’incontro del 29 febbraio scorso, una delegazione del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose ha incontrato nuovamente il 25 luglio al Ministero dell’Interno il Prefetto Gallo, a capo della Commissione Nazionale Asilo, per dare un seguito, appunto, ai bisogni e alle richieste delle persone migranti e che erano già state riportate nell’incontro tenutosi l’inverno scorso.

Come si ricorderà, al Viminale avevamo presentato il monitoraggio da cui emergevano diverse criticità in seguito all’entrata in vigore della legge 50/2023, soprattutto, in relazione alle conversioni e ai rinnovi dei permessi di soggiorno per protezione speciale, ma anche rispetto ai ritardi delle Commissioni Territoriali, sia nelle convocazioni, che nel fornire gli esiti delle audizioni alle persone richiedenti protezione internazionale.

Qualche mese dopo l’incontro con il prefetto Gallo, è stata l’Avvocatura di Stato a dare ragione alle nostre preoccupazioni, scrivendo che la conversione della protezione speciale in lavoro è possibile, anche se solo nei casi in cui la protezione sia stata riconosciuta con richiesta presentata prima dell’entrata in vigore della legge 50/23, cioè prima del 5 maggio del 2023. Di più: l’Avvocatura ha dichiarato convertibili anche le richieste riconosciute da un decreto della Commissione Territoriale o da una sentenza del Tribunale, successive al 5 maggio. Così, con il nostro motto “un anno per sancire l’ovvio”, abbiamo anche sottolineato come questa apertura di credito da parte dell’Avvocatura dello Stato rappresentasse solo un primo passo verso il pieno riconoscimento del diritto a soggiornare legalmente nel nostro territorio nazionale per i titolari di protezione speciale.

Tornando al recente incontro con la direzione della Commissione Nazionale Asilo, nel corso della stessa abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni circa il rinnovo e la conversione dei permessi rilasciati per protezione speciale nelle procedure di riconoscimento post Cutro, al fine di tutelare i diritti di tutte le persone che hanno richiesto protezione speciale dopo l’entrata in vigore della Legge Piantedosi, preoccupazione che è stata condivisa dal Prefetto. A questo punto si pone la necessità di monitorare i passi successivi che dovranno compiere le istituzioni deputate, avviando, allo stesso tempo, sia una ampia riflessione politica, che altre azioni vertenziali che garantiscano l’accesso al diritto di soggiornare legalmente in Italia anche a chi ha un permesso per protezione speciale post Cutro. Da parte nostra, inoltre, abbiamo ribadito ancora una volta al Prefetto Gallo la necessità di velocizzare i tempi di audizione e di valutazione delle Commissioni Territoriali, sia per le richieste di protezione che per i rinnovi dei soggiorni relativi, che ricordiamo sono subordinati al parere della Commissione Territoriale.

Infine, abbiamo sollevato un tema che sta emergendo sempre di più dai recenti monitoraggi condotti sui vari territori dai nostri sportelli, e cioè le conseguenze del decreto flussi sui lavoratori che, una volta giunti in Italia, si sono trovati senza datore di lavoro, o con datore indisponibile all’assunzione. La condizione delle persone migranti che sono giunte sul territorio italiano è meritevole di attenzione da parte della CNA, vista la possibile condizione di vulnerabilità: la richiesta di protezione internazionale si rende spesso necessaria per una sopraggiunta condizione di indebitamento nel paese di origine e per una potenziale esposizione allo sfruttamento lavorativo nel nostro paese, aspetti collegati alle procedure di ingresso. Inoltre, la richiesta di protezione internazionale, per questi lavoratori e lavoratrici, resta l’unico modo per poter restare sul territorio alla ricerca di un nuovo impiego e di un nuovo datore di lavoro, appesantendo in questo modo il canale dell’asilo quando sarebbe possibile intervenire in altro modo: abbiamo ribadito infatti la necessità che il Ministero dell’Interno si attivi con normative specifiche al fine agevolare il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione per chi, entrato con un visto per lavoro, non ha potuto richiedere il permesso per indisponibilità o assenza del datore di lavoro.

Da parte nostra, continueremo il nostro monitoraggio nei territori su questi temi di centrale importanza. A partire da alcune domande: come si evolvono le prassi in tema di protezione speciale?  Quali sono i tempi di attesa delle convocazioni e delle decisioni delle commissioni territoriali? Quali le prassi e gli indirizzi adottati rispetto ai lavoratori truffati dal decreto flussi?

Se vuoi partecipare al monitoraggio, scrivi a info@percambiarelordinedellecose.eu

 

 

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