Contro gli ultimi decreti del governo Meloni la parola d’ordine è mobilitazione

Di fronte a una quantità di decreti legge che rendono sempre più complicata la vita delle persone migranti, nella cornice della campagna #Paradossiallitaliana, una rete nata ormai qualche anno fa per fornire sostegno concreto e materiale e denunciare le ingiustizie di cui i migranti continuano ad essere vittime a causa delle normative sempre più escludenti, il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose ha organizzato il 28 ottobre un primo momento di formazione che ha riguardato gli ultimi due provvedimenti in ordine di tempo emanati dal governo Meloni: il così detto “disegno di legge sulla sicurezza”, cioè il Dl n.1660 recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario” che approderà nelle prossime settimane anche in Senato per l’approvazione definitiva; e il Dl 145_24 “Disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali”, su cui il Forum e il Tavolo Asilo hanno presentato nei giorni scorsi i propri rilievi alla commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. Ma andiamo con ordine.

Oltre che un momento di formazione, l’incontro on line del 28 ottobre a cui hanno partecipato decine di persone e di associazioni provenienti ogni parte d’ Italia, da Pesaro a Mantova, da Napoli a Trieste, da Bari, Parma, Fano, Napoli, è stato un confronto sull’urgenza di una larga mobilitazione politica rispetto a un periodo storico che vede sotto attacco in tutta Europa, ma anche e soprattutto in Italia, il diritto al dissenso per tutti, e la libertà di movimento per le persone migranti.

Luca Blasi, Assessore alla Casa del III municipio di Roma Capitale, operatore umanitario e volto storico dei movimenti romani per il diritto all’abitare, è intervenuto all’incontro a nome della rete nazionale “A Pieno Regime” che si oppone all’approvazione del “disegno di legge sulla sicurezza” e, dopo aver spiegato le conseguenze penali, cioè diversi anni di carcere a cui vanno incontro con le nuove norme gli attivisti contro la crisi climatica che protestano anche pacificamente (c’è una nuova norma definita anti Ghandi) i detenuti che effettuano le battiture, i sindacalisti che effettuano i picchetti, chi difende le persone dagli sfratti e dagli sgomberi, insomma, tutti coloro che protestano in qualche modo, Blasi ha ribadito la necessità di costruire nelle prossime settimane una rete di mobilitazione ampia per bloccare questo provvedimento, che è la cifra del cambiamento definitivo del paradigma statuale: da democratico ad autoritario.

Flussi Gianfranco Schiavone, invece, giurista esperto di migrazioni e diritto d’asilo, e componente della segreteria politica del Forum, ha analizzato nel corso dell’incontro, punto per punto, l’ultimo decreto immigrazione, sottolineando quanto comprima ancor di più il diritto d’asilo, e come esso contenga diversi profili di problematicità dal punto di vista delle garanzie previste dalle normative nazionali ed internazionali. In particolare, il giurista ha considerato molto grave la nuova ipotesi di respingimento prevista dal questore nei riguardi degli stranieri rintracciati in seguito ad operazioni di ricerca e soccorso in mare che non riescano a presentare quasi immediatamente la domanda di protezione internazionale. E il dimezzamento dei termini per proporre i ricorsi contro i respingimenti. Non solo. Schiavone si è soffermato anche sul fatto che la parte sulle vie legali di ingresso per lavoro prevista nel nuovo decreto, cioè sui flussi, lascia in sostanza il quadro generale inalterato e non produce effetti migliorativi, in assenza di un vero quadro di riforma generale del sistema degli ingressi per lavoro.

Su quanto oggi il tema dei flussi sia centrale rispetto alle politiche migratorie italiane di esclusione, il Forum ha già avuto modo da mesi di constatarlo, dopo aver ricevuto centinaia di richieste di aiuto dal Nord al Sud Italia, richieste di aiuto che sono tutte simili: assistenza per ottenere un permesso di soggiorno e un lavoro regolare, ottenere informazioni su come denunciare la propria vicenda e chi li ha ingannati, ricevere assistenza legale contro i datori di lavoro e i mediatori che li hanno posti in questa situazione.

È il tema su cui si è soffermato nel corso dell’incontro, Giampaolo Mosca, giurista da anni inserito nei percorsi di lotta allo sfruttamento lavorativo delle persone migranti in provincia di Caserta. Dopo aver riferito le problematiche con cui quotidianamente si rapportano gli operatori e le operatrici degli sportelli della zona – «c’è molta paura tra queste persone provenienti soprattutto dal Bangladesh e che si sono indebitate fino al collo per venire in Italia» – ha detto Mosca, ribadendo la necessità di costruire un piano di mobilitazione dal basso, ma, allo stesso tempo, affermando l’urgenza che l’opposizione parlamentare si faccia carico concretamente di queste problematiche.

È un punto, quella della “timidezza” delle opposizioni parlamentari, su cui era intervenuto anche Luca Blasi a proposito dell’approdo nelle aule del parlamento del “disegno di legge sulla sicurezza”.

Ma che in questa fase sia necessario l’appoggio delle opposizioni di tipo parlamentare per contrastare la deriva autoritaria in atto, ne è convinta anche Giovanna Cavallo, coordinatrice del Forum, che ha portato come esempio alla discussione l’interlocuzione con le forze politiche sul Patto europeo Migrazioni e Asilo, un percorso a cui dovrà affiancarsi un piano di mobilitazione, in Italia, come in Europa. È la sfida che attende ogni sincero democratico, nel senso di persona che ha a cuore le sorti della democrazia, si intende.

Rivedi qui l’incontro di formazione sui nuovi decreti sicurezza e immigrazione

 

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