L’ultimo incontro, in ordine di tempo, delle organizzazioni che compongono la rete della Road Map per il diritto d’asilo e la libertà di movimento con i parlamentari europei, ha visto la partecipazione dell’onorevole Leoluca Orlando, eletto in Europa con Alleanza Verdi-Sinistra, e che ha presenziato all’incontro insieme al suo assistente. Per la società civile sono intervenuti: il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Mediterranea, Refugees Welcome, il Naga di Milano, Stop the Border Violence.
In apertura, Giovanna Cavallo, coordinatrice del Forum, ha segnalato la mancata consultazione da parte del governo italiano delle organizzazioni della società civile nella redazione del pano di implementazione del Patto Migrazione e Asilo. E, per questo, è stato chiesto quali misure intendano adottare gli europarlamentari, nello specifico Orlando, per esercitare pressione affinché il governo includa tali attori nella definizione del piano.
Da parte sua, il parlamentare, richiamando il ruolo fondamentale svolto dal working group interparlamentare per il monitoraggio dell’implementazione del Patto (gruppo che collabora con il Comitato di alto livello su ricollocamenti e ammissioni umanitarie, di cui Orlando è rappresentante) ha proposto di redigere e di inviare al working group un documento di sintesi, che evidenzi i temi chiave e gli aspetti problematici dell’implementazione del Patto. Non solo.
Orlando ha suggerito, data la scadenza fissata al 12 dicembre per la presentazione del piano di implementazione da parte del governo, di scrivere una lettera aperta firmata dagli europarlamentari al fine di sollecitare il governo Meloni a consultare la società civile, ciò al fine, naturalmente, di evitare l’introduzione di norme ancora più restrittive rispetto al testo originario.
In questo senso sarà necessario coordinarsi, è la volontà comune, per lavorare insieme ad una strategia che includa un coinvolgimento attivo e trasparente della società civile nei processi decisionali riguardanti il Patto Migrazione e Asilo. E il modello è quello di cui ha parlato Sara Consolato di Refugees Welcome che ha confermato come in Germania e Paesi Bassi è stata avviata o programmata una consultazione con la società civile, a differenza dell’Italia, dove il governo sembra intenzionato a presentare un documento finale senza un confronto preliminare.
Una posizione, quella dell’esecutivo italiano che contrasta in tutti i casi anche con le linee guida della Commissione Europea, la quale raccomanda il coinvolgimento della società civile. Anche se è evidente che alcuni regolamenti del Patto lasciano una discrezionalità ampia agli Stati, con il rischio di dar luogo a interpretazioni restrittive, occorrerà un intenso monitoraggio anche insieme ai parlamentari europei e le organizzazioni di altri stati, con l’obiettivo che rimane sempre quello di costruire un’Europa accogliente e rispettosa dei diritti umani; nonostante le direttive, i regolamenti, e una pessima classe politica, nella gran parte dei casi.
Leggi la lettera aperta ai membri del Parlamento europeo