«Un maggiore impegno in una politica di ingresso inclusiva e rispondente alle esigenze delle migrazioni, da attuarsi all’interno di un quadro di riferimento organico per i visti per motivi di studio e formazione professionale, e il rafforzamento della presenza dell’Italia nel circuito degli scambi culturali e scientifici».
È quanto hanno chiesto ieri durante una audizione alla Commissione Esteri della Camera dei deputati Souhaila Saab e Giovanna Cavallo (su invito delle parlamentari Laura Boldrini e Lia Quartapelle) esponendo i risultati delle attività del programma Yalla Study per il diritto allo studio e la libertà di movimento.
Yalla è un progetto del Forum Per Cambiare L’ordine delle Cose, che si inserisce nella più generale campagna del Forum nella promozione di una politica di accesso sicuro e legale al territorio dell’Unione Europea, per favorire flussi di ingresso sicuri, quindi, ma anche per garantire il diritto allo studio e la libertà di movimento.
In particolare, Cavallo ha sottolineato la necesssità di «aumentare i fondi destinati alle borse di studio, diminuendo, di contro, le spese per le missioni militari internazionali, come i memorandum d’intesa con i paesi extraeuropei o con enti come la guardia costiera libica».
E, a tal proposito, è stata chiesta alla Commissione di farsi portavoce presso la Farnesina di un’ indagine per monitorare l’attività delle autorità consolari e delle agenzie esterne che lavorano per conto delle ambasciate, per verificare l’efficacia “sul campo” delle procedure applicate. Non solo. Il Forum ha chiesto di ampliare il fondo dedicato alle borse di studio per gli studenti stranieri, con particolare attenzione ai quei paesi dove l’accesso allo studio e alla formazione universitaria resta difficoltoso, nell’ottica di promuovere azioni di cooperazione verso le giovani generazioni e un sostegno concreto verso questi paesi.
Per questo, ancora Cavallo ha dimostrato come l’Italia si preoccupa per il destino di queste aree “calde” e investe in spese militari circa 1,5mld l’anno, di contro, non offrendo alcun supporto adeguato ai giovani che come conseguenza dei conflitti regionali in quei paesi non possono accedere ai percorsi di studio.
Basti considerare un dato a paragone: ogni anno il Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), destina soltanto 5mln di euro del proprio bilancio per supportare questi studenti e queste studentesse con le Borse di Studio per accedere in Italia e studiare. Si tratta di poco più di 480 borse ogni anno e della durata di 8 mesi ciascuna e finalizzate all’accesso all’istruzione universitaria in Italia.
Considerate che per tutta l’Africa subsahariana sono state offerte nel 2023 soltanto 88 borse di studio per i suoi cittadini.
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Rivedi qui il video dell’audizione alla Commissione Esteri della Camera