Assemblea del Network Against Migrant Detention: un confronto urgente sulle nuove politiche europee

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Sabato scorso con Giovanna Cavallo, abbiamo partecipato all’assemblea promossa dal Network Against Migrant Detention, una rete transnazionale che lotta per l’abolizione della detenzione amministrativa delle persone migranti in Italia, in Albania e in tutta Europa. L’incontro è stato un momento fondamentale di confronto sulle nuove politiche migratorie dell’Unione Europea e sulle strategie di resistenza da costruire insieme.

Abbiamo provato a contribuire attraverso un intervento sul Nuovo Patto su Migrazione e Asilo, mettendo in evidenza i gravi rischi che comporta in termini di diritti umani. Al centro della nostra analisi c’è un dato allarmante: l’UE sta muovendosi verso un sistema di detenzione di massa, normalizzando la privazione della libertà per migliaia di persone in movimento. Con l’introduzione di un nuovo screening di frontiera obbligatorio, che prevede il trattenimento per almeno sette giorni, e il potenziamento delle procedure accelerate di respingimento, si rischia di trasformare i confini d’Europa in enormi aree di detenzione. Questi nuovi centri di frontiera non saranno limitati solo alle zone di ingresso, ma potranno essere istituiti ovunque all’interno del territorio nazionale, creando una rete diffusa di centri di reclusione amministrativa.

Il concetto di “finzione di non ingresso” renderà ancora più drammatica la situazione: chi viene detenuto in queste strutture non sarà considerato legalmente presente in Europa e, di conseguenza, vedrà i propri diritti drasticamente ridotti. Questo principio non solo limita l’accesso all’asilo, ma legittima la detenzione a tempo indeterminato di persone che si trovano fisicamente sul territorio europeo.

Paese terzo sicuro: un meccanismo di deportazione legalizzato

Uno degli aspetti più critici del Patto è la gestione esternalizzata dei migranti attraverso il concetto di “paese terzo sicuro”. Questo principio permetterà agli Stati membri di trasferire i richiedenti asilo in paesi non appartenenti all’UE, senza reali garanzie sulla tutela dei loro diritti. Il Protocollo Italia-Albania rappresenta già un modello di questa strategia, e il rischio è che venga replicato su scala più ampia.

La Corte di Giustizia Europea sta valutando la legittimità di questo meccanismo, ma con l’entrata in vigore del nuovo Patto nel 2026, potrebbe essere ampliato con una lista europea di paesi considerati sicuri. Questo significherebbe che le procedure di frontiera potrebbero essere applicate in modo automatico, indipendentemente dal paese d’origine della persona migrante, rendendo ancora più difficile l’accesso alla protezione internazionale.

Ed è proprio in questa fase che la rete Road Map per il Diritto D’Asilo e la Libertà di Movimento sta riattivando la campagna per monitorare e contrastare il piano di implementazione del patto.

Informati e partecipa.

Il nuovo regolamento sui rimpatri: più espulsioni e meno garanzie

Parallelamente al Patto, l’UE sta lavorando a una nuova proposta di Regolamento sui Rimpatri, che inasprisce le misure di espulsione e riduce drasticamente le tutele per le persone migranti. Tra le modifiche più preoccupanti ci sono:
🔹 Divieti di reingresso estesi fino a 15 anni, rendendo impossibile qualsiasi possibilità di ritorno legale in Europa.
🔹 Espulsione di minori non accompagnati, se giudicata compatibile con la presenza di un tutore o di un centro di accoglienza nel paese di destinazione.
🔹 Detenzione prolungata e potenzialmente indefinita, senza più l’obbligo di rilasciare la persona migrante se il rimpatrio non è attuabile.
🔹 Centri di detenzione fuori dall’UE, attraverso accordi con paesi terzi che potrebbero accettare migranti espulsi in cambio di compensazioni economiche, trasformando la deportazione in un vero e proprio mercato umano.

Una chiamata alla mobilitazione

Le politiche europee stanno consolidando un sistema basato su detenzione, respingimenti e deportazioni, che viola i diritti fondamentali e mina alle basi il principio di libertà di movimento. Per questo, l’assemblea si è conclusa con un appello chiaro: costruire una resistenza collettiva per fermare questa deriva.

E’ stata ribadita da numerosi interventi l’importanza di una rete europea che possa rafforzare la lotta contro la detenzione amministrativa e riaffermare il diritto all’asilo.

Davanti a un’Europa che alza muri e moltiplica le prigioni per migranti, è necessario costruire un’alternativa basata sulla solidarietà e sulla libertà di movimento.

leggi il nostro intervento, Scarica qui

Segui il Network Against Migrant Detention

per info scrivici Coordinamento.forum@gmail.com

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