Diritti, inclusione, accoglienza, autodeterminazione. Con queste parole come direttrici abbiamo attraversato, insieme, questi mesi segnati dall’emergenza Covid-19. Una crisi sanitaria che ha messo in luce in modo ancora più evidente tante criticità, e che nello stesso tempo ha mostrato i numerosi punti di forza di una società che, dal basso, costruisce ogni giorno alternative possibili.
In questi mesi abbiamo ripercorso la situazione di vulnerabilità in cui si trovano tante persone, rese illegali da una legge – il cosiddetto ‘Pacchetto sicurezza’ – che ha cancellato la protezione umanitaria e il loro diritto a lavorare, avere una casa, potersi costruire un proprio percorso di vita.
Abbiamo evidenziato le storture di una legge, quella prevista dal DL Rilancio, che, pur ammettendo la presenza di moltissimi lavoratori e lavoratrici sfruttati e impiegati in modo irregolare, ne ha esclusi moltissimi dalla possibilità di regolarizzare la propria posizione, sanandone solo una piccola parte, e solo per il tempo strettamente necessario all’economia italiana.
Abbiamo dato spazio alle tante storie personali che mostrano le storture di una politica che esclude e relega ai margini.
Abbiamo intrecciato moltissime esperienze di scambio, confronto, accoglienza che, in tutta Italia, dimostrano che esiste una società concreta lontana e diversa da questa politica.
Prima di lasciarci per la pausa estiva abbiamo incontrato il viceministro dell’Interno Matteo Mauri, con cui abbiamo avviato una consultazione sulle azioni da intraprende urgentemente.
Di fronte ai ragionamenti su cui finalmente sembra soffermarsi la politica a proposito delle modifiche dei Decreti sicurezza approvati nel 2018, ribadiamo quanto affermato più volte: vanno abrogati.
Nel frattempo, evidenziamo l’assoluta necessità di intervenire rapidamente sulle conseguenze di tali Decreti, con un’attenzione particolare verso le persone che hanno perso il permesso di soggiorno a causa di tali misure: la stima è da brividi, sarebbero 100.000 le persone che tra il 2018 e il 2020 si sono viste cancellare il permesso di soggiorno.
C’è poi il tema dell’accoglienza, da anni caratterizzata da un approccio emergenziale, massificante, escludente e segregante. I Decreti sicurezza sono intervenuti anche in questo campo, minando ancora di più, se possibile, il sistema in essere: le conseguenze sono, ancora una volta, l’esclusione delle persone, la loro marginalizzazione, l’aumento della vulnerabilità. E’ necessario intervenire ripensando un sistema di accoglienza che valorizzi vocazioni specifiche e incentivi un ampliamento del sistema cosiddetto di ‘seconda accoglienza’, favorendo realmente i percorsi di autonomia, anche coinvolgendo i servizi cittadini già esistenti e mettendo in rete le realtà attive tanto nel privato sociale quanto nel pubblico.
Ora ripartiamo, e lo facciamo, come sempre, insieme.
Insieme a tutte quelle persone che ogni giorno si riconoscono in una società che già c’è, nonostante i freni, la mancanza di coraggio, la miopia della politica.
Insieme a chi fa accoglienza dal basso, informale, con i propri mezzi.
Insieme a chi lotta per il proprio presente e futuro.
Noi continueremo a lavorare a favore dei diritti chi ha perso i documenti a causa di leggi inique, a favore di un sistema di accoglienza inclusivo e proattivo.
Come abbiamo già fatto con la campagna VISTO, vogliamo essere contenitore e megafono delle voci di tutte queste persone, finestra di tutte queste esperienze.
Dopo il Forum nazionale di febbraio, ci siamo incontrati molte volte, anche se a distanza, per confrontarci. E’ dopo questi momenti che siamo andati a portare alla politica le istanze emerse. Con un punto fermo: non basta ritornare allo status quo presente prima della gravissima approvazione dei cosiddetti ‘Decreti Salvini’. L’ordine delle cose va cambiato.
Per questo proponiamo una serie di riforme, in parte risultato di prassi locali attuate dal basso, diventate in molti casi strategie di intervento concreto. Su questo riteniamo necessario un processo di ascolto e concertazione che possa coinvolgere attivamente il viceministro Matteo Mauri, al fine di cogliere le esperienze che in alcuni territori sono già attive.
Metteremo a disposizione i nostri strumenti e i nostri spazi fisici e virtuali per mettere in luce le esperienze proficue contro le situazioni critiche, e attiveremo percorsi partecipati per rafforzare la nostra voce e andare insieme a bussare alla porta della politica. #staytuned