Lunedì 17 maggio, alle ore 18.00, verrà presentata la campagna #ParadossoAll’Italiana e i risultati del monitoraggio svolto nelle questure e sui territori.
Sarà possibile seguire l’evento online sulla pagina Fb del Forum per cambiare l’ordine delle cose.
Parteciperanno
Drissa Doumbya, presidente Comunità africana, Brindisi
Mamadou Kouassi Pli Adama, Movimento migranti e rifugiati, Caserta
Camilla Macciani, Pensare Migrante
Annamaria Margutti, responsabile Politiche Immigrazione CdLM CGIL Bologna e aderente alla rete bolognese “siamo sulla stessa barca”
Giampaolo Mosca, Centro sociale Ex Canapificio Caserta, Forum per cambiare l’ordine delle cose
Cecilia Marrazzi, Ciac Onlus-Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione internazionale
Gianfranco Schiavone, Asgi, Forum per cambiare l’ordine delle cose
Moderano:
Domenica D’Amico, Forum per cambiare l’ordine delle cose
Serena Chiodo, Forum per cambiare l’ordine delle cose
Totale disapplicazione della legge e gravi criticità procedurali: questo quanto denunciato dal Forum per cambiare l’ordine delle cose che, insieme a decine di associazioni, cooperative sociali, realtà e singoli attivisti che lo compongono (qui la mappatura in continuo aggiornamento), ha attivato un’indagine sul campo dopo l’approvazione del DL130, convertito in legge n. 173/20, con cui sono stati finalmente modificati i “decreti sicurezza”. Un cambiamento atteso da tempo e sollecitato attivamente con percorsi di pressione e advocacy.
Ma alle modifiche è corrisposta una reale trasformazione delle prassi?
E’ per rispondere a questa domanda che il Forum ha avviato un monitoraggio nelle questure di diverse città italiane, tra cui Lecce, Brindisi, Bari, Foggia, Termoli, Napoli, Caserta, Roma, Firenze, Bologna, Ancona, Parma, Trieste, Bolzano, concentrandosi in particolare sulle procedure legate al riconoscimento della protezione internazionale e sui rilasci dei relativi permessi di soggiorno, in particolare per protezione speciale.
L’esito di tale lavoro è stato purtroppo piuttosto trasversale: la legge sembrerebbe essere lettera morta. Per centinaia di persone che avevano già subìto le conseguenze dei decreti sicurezza, restando di fatto bloccate nei propri percorsi di vita, la sostanza è rimasta la stessa: continuano a essere intrappolate in un limbo giuridico e di irregolarità, creato dalle stesse istituzioni, che contraddicono se stesse.
Prassi illegittime e circolari contrarie alla norma. Sono moltissime le istanze di protezione speciale bloccate, le domande di rinnovo respinte, i casi pendenti non considerati. Perché? Se dalle questure arriva la richiesta di indicazioni, il Viminale, con una circolare dello scorso 19 marzo, specifica che “la tipologia di permesso di soggiorno per protezione speciale di cui all’art. 19 comma 1.2 del Testo unico immigrazione non può essere richiesta direttamente al Questore”: una posizione che contrasta con la normativa. E se è lo stesso Ministero dell’Interno a non riconoscere la legge, tale comportamento si ritrova nelle questure, che continuano a chiedere alcuni requisiti -come ad esempio la documentazione sull’alloggio- nonostante il DL130 li abbia eliminati.
“L’immigrazione purtroppo è tema prima mediatico che politico, così capita troppo spesso che lo si affronti non con vere azioni di cambiamento, ma con slogan. Ci siamo talmente abituati a questo paradosso, che ora ne abbiamo uno ancora più grave e assurdo: sono anche le leggi approvate e promulgate a non venire applicate. Così sta succedendo per il Dl130. Ad oggi questa legge non viene applicata dalle Questure che continuano a negare le protezioni. Così centinaia di esseri umani sono senza protezione, e senza protezione siamo tutti noi, in balia di slogan e onde mediatiche che troppo spesso trasformano un tema di civiltà in un mercato di voti”, afferma Andrea Segre, membro del Forum per cambiare l’ordine delle cose.
E’ urgente un cambiamento reale, al passo con la legge e con la realtà del paese, in cui centinaia di persone vivono, lavorano, stringono relazioni, ma vengono lasciate ai margini dalle istituzioni. Per questo il Forum per cambiare l’ordine ha lanciato la campagna #ParadossiAll’italiana, per sensibilizzare e informare la società civile e sollecitare la politica. Diverse le realtà che hanno già aderito, da Amnesty International al Naga di Milano (qua le adesioni in aggiornamento).
“Tutelare la riforma significa non solo difendere la vita e i diritti fondamentali di decine di migliaia di persone straniere che vivono nel nostro paese; significa anche far evolvere l’Italia nel suo complesso verso una società meno violenta e più sicura, aperta ed inclusiva per tutti”: così Gianfranco Schiavone, vice presidente di Asgi e membro del Forum per cambiare l’ordine delle cose.
per info: comunicazione@percambiarelordinedellecose.eu