Oltre 40 associazioni hanno preso parte al meeting online “Territori accoglienti: costruiamoli insieme“, organizzato dal Forum per cambiare l’ordine delle cose nella mattinata del 22 gennaio. Un’assemblea indetta per continuare il percorso di consultazione e confronto già avviato, e teso alla costruzione della due giorni di assemblea nazionale del Forum, che si terrà a Roma nel mese di marzo.
Onlus, ong, coop, enti del Terzo Settore, sportelli legali, centri sociali, reti di attivisti che operano nei settori dell’immigrazione e della tutela dei diritti umani si sono incontrati – virtualmente – discutendo per tre intense ore sul tema dell’accoglienza e sui tre focus identificati come prioritari e trasversali: l’emergenza abitativa, il lavoro e l’accesso ai servizi di welfare e ai diritti di cittadinanza. Temi affrontati concretamente nei territori dalle diverse realtà che hanno partecipato all’incontro: tra le altre Cnca, Recosol, Fondazione Migrantes, Black Lives Matter, Smiling Cost to Africa, Famiglie accoglienti, Refugees Welcome, YaBasta, LabPuzzle, Ciac Onlus.
L’incontro di sabato 22 – che potete rivedere qua sotto e a questo link – non sarà l’ultimo: come sottolineato da Giovanna Cavallo del coordinamento del Forum nazionale per cambiare l’ordine delle cose, si configura piuttosto come una tappa intermedia che condurrà alla costruzione del programma della due giorni e alla redazione di uno strumento di advocacy che, sulle fondamenta gettate dal dossier elaborato dal Forum in sinergia con le realtà partecipanti al lavoro di rete “Mappature del reale per un futuro da creare“, costruirà un documento vertenziale e di analisi fondamentale per impattare sul Piano di integrazione del Governo, che aspettiamo dal 2020 e che dovrebbe uscire con tutta probabilità nel mese di marzo.
Il Forum Per cambiare l’ordine delle cose non è un movimento per i diritti dei migranti: è un movimento per i diritti di tutt@, indipendentemente dalle provenienze.
Vogliamo cambiare le politiche migratorie nazionali ed europee, che producono danni e violazioni allo stato di diritto e al tessuto democratico delle nostre società.