Il Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose chiede un confronto pubblico ai candidati: sciogliamo le ambiguità sulle politiche migratorie. L’appello lanciato da decine di organizzazioni.
Mentre non passa giorno senza che i temi legati all’immigrazione vengano strumentalizzati da diverse forze politiche, nel tempo in cui continuano ad essere chiuse tutte le vie regolari di viaggio, a diminuire le tutele dei diritti per chi arriva e chiede protezione in Italia e, nel frattempo, perdura una situazione in cui agli stranieri che vivono in Italia da molti anni, o che addirittura vi sono nati, viene negato il diritto alla cittadinanza, pensiamo che sia ancora il momento di prendere parola.
È l’appello lanciato dal Forum Per Cambiare L’Ordine delle Cose sottoscritto in queste ore da decine di organizzazioni e realtà tra le quali vi sono: il Consiglio Italiano per i Rifugiati, Oxfam, la Campagna Ero Straniero, la Rete dei Comuni Solidali, le famiglie di Refugees Welcome Italia che accolgono i migranti nelle proprie case.
«Esprimiamo forte preoccupazione per una campagna elettorale condotta sui temi delle migrazioni che inizia a diventare aggressiva, sloganistica, e volta solo a ottenere consenso mettendo esseri umani contro altri esseri umani», si legge nel documento in continuo aggiornamento pubblicato sul sito del Forum.
Il regista Andrea Segre, che del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose è uno dei fondatori, dichiara: «a chi oggi si candida per entrare a far parte del Parlamento italiano, chiediamo, innanzitutto, di adottare un linguaggio rispettoso della dignità di tutti gli esseri umani, migranti e stranieri inclusi, e di contrastare con gesti e azioni concrete gli atteggiamenti xenofobi e razzisti che, sempre più spesso, permeano la nostra società». Poi, Segre aggiunge: «da tutti loro pretendiamo di immaginare politiche e misure non demagogiche che vadano nella direzione di promuovere lo scambio e l’integrazione tra culture differenti, nel rispetto dei diritti e dei doveri fondamentali previsti dalle normative italiane, europee e internazionali».
«In questo senso il Forum propone di superare il manicheismo tra chiusura e accoglienza. L’alternativa alla chiusura non è necessariamente l’accoglienza di tutti i migranti in arrivo, ma il principio secondo cui le persone, anche e soprattutto dei paesi più poveri, hanno il diritto di viaggiare». Prosegue il regista: «La vera sfida è promuovere la presenza regolare non solo dei migranti inseriti nel sistema di asilo, ma anche a chi si muove in cerca di migliori opportunità di vita e di sviluppo personale, mettendo in gioco le proprie competenze e aspirazioni. I governi dovrebbero garantire alle persone di muoversi e viaggiare liberamente, per lavoro, studio, per realizzare i propri progetti di vita. È il diritto umano alla mobilità e, per tutelarlo fino in fondo, bisognerebbe avere il coraggio di aprire nuove vie legali che riducano la così detta pressione migratoria irregolare, trasformandola gradualmente in movimento regolare. Questo permetterebbe di migliorare anche il sistema di accoglienza dedicandolo davvero ai richiedenti asilo», conclude Andrea Segre.
Ed è anche questo l’obiettivo per cui la rete di organizzazioni che si riconoscono nel Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose chiede con urgenza un confronto pubblico a tutte le forze politiche.
«Il primo passo per un dialogo con la politica, tuttavia, è riconoscere che in Italia non esistono modalità regolari di ingresso», afferma il giurista Gianfranco Schiavone, membro della segreteria del Forum. «Anzi, l’unico meccanismo che fin qui è stato adottato per la gestione delle migrazioni regolari, ovvero quello del decreto flussi, si è rivelato un meccanismo fallace di incontro a distanza tra domanda e offerta di lavoro che non ha mai funzionato e, soprattutto, ha prodotto ulteriore irregolarità», insiste Schiavone. Il giurista ribadisce: «con le forze politiche a cui il Forum chiede un confronto pubblico vorremmo ragionare su alcuni temi, ovvero, quali debbano essere le modalità e le condizioni di ingresso in Italia sia della manodopera qualificata che di quella meno qualificata, come evitare che dell’accoglienza restino solo i costi e non i vantaggi; infine, come offrire a chi ha scelto di radicare in Italia la propria vita, una adeguata prospettiva per il conseguimento della cittadinanza per sé e i propri figli».
«Tutto il resto è propaganda», sostiene ancora Gianfranco Schiavone: «per capirlo basta leggere i programmi di alcune forze politiche, in cui l’accostamento tra la mancanza di permesso di soggiorno, una semplice irregolarità amministrativa che non costituisce reato penale, e la criminalità, è perfino ossessiva, così come l’attribuzione della violenza e del degrado esistente nelle città viene automaticamente attribuito alla presenza degli stranieri e non alla carenza di politiche sociali e di welfare».
Dunque, a partire da questi assunti per noi fondamentali, respingendo la falsa contrapposizione tra accoglienza degli immigrati e bisogni dei cittadini italiani, il Forum chiede alle forze politiche di impegnarsi nella nuova legislatura per rafforzare i legami di comunità, favorendo una riforma delle norme in materia di immigrazione che possa garantire, realmente, i livelli di uguaglianza tra le persone. «Oggi lanciamo il nostro Manifesto delle Priorità», dichiara l’attivista Mimma D’amico, che è un’altra delle componenti del direttivo del Forum. «È a partire da questo appello che chiediamo un confronto alle forze politiche, perché crediamo che sia sempre più necessario che alcune proposte discusse in questi anni insieme alle decine di associazioni, attivisti ed esponenti delle comunità locali che compongono il Forum, e che ci parlano tutte di un altro mondo migliore possibile, entrino in concreto nell’agenda delle forze democratiche che si candidano a governare questo Paese».
Scarica qui l’appello in continuo aggiornamento.
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