“Yalla, the right of study”. Numeri, obiettivi, risultati di un progetto, che continua…

Agli inizi dello scorso agosto il Forum Per Cambiare L’Ordine delle Cose ha dato vita al progetto “Yalla, the right of study” per supportare studenti e studentesse provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dal Libano che negli ultimi anni hanno tentato di viaggiare in maniera sicura e regolare, spesso senza successo, per iniziare, oppure terminare, gli studi universitari.

Si tratta di giovani che vivono in una condizione di grave compromissione del loro futuro, perché sono bloccati nei loro Paesi di residenza nella morsa di conflitti civili o militari, costretti nell’insicurezza delle proprie condizioni di vita, dovuta ad occupazione militare, all’assenza delle autorità e alla concreta impraticabilità delle vie di comunicazioni.

A queste difficoltà che rendono impossibile il miglioramento delle proprie condizioni di vita, si aggiungono, poi, il mancato riconoscimento dei titoli di studio a livello internazionale, anche a causa delle cattive relazioni diplomatiche fra i vari paesi. Ma, soprattutto, il Forum ha riscontrato attraverso il racconto di questi giovani studenti, come a volte diventi quasi impossibile accedere alle procedure per studiare all’estero, a causa dei vincoli di accesso al visto per motivi di studio, che sono molto stringenti, e degli ostacoli burocratici posti dalle ambasciate.   

Per questo, in sei mesi di attività del progetto Yalla Study, il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose ha redatto un piccolo vademecum legale che spiega con chiarezza e semplicità come gli studenti debbano difendersi nei casi in cui le Ambasciate agiscano illegittimamente sul piano procedurale, informando allo stesso tempo sugli strumenti giuridici a disposizione in caso di rigetto. Già, perché nel frattempo, il Forum ha fornito risposte a oltre 100 richieste di sostegno giunte attraverso i nostri canali social che hanno raggiunto quasi 4000 persone in Siria, Libano e Palestina. Sono stati attivati alcuni contenziosi, ben cinque, contro le ambasciate italiane all’estero. Di questi ricorsi, i primi tre sono stati vinti davanti al tribunale amministrativo regionale, Tar, del Lazio, e uno è in corso di appello al Consiglio di Stato.

Ciò dimostra plasticamente che sono proprio i governi che, da un lato invocano una gestione regolare ed ordinata delle migrazioni, affermando di voler potenziare i canali di ingresso regolare degli stranieri in Italia e in Europa, dall’altro ostacolano proprio i canali di ingresso regolari, che semplicemente non esistono. Così, entrare irregolarmente e poi restare in qualche modo è quasi l’unica strada percorribile da parte degli stranieri, i quali vengono comodamente etichettati come clandestini. Come è stato ribadito da più parti, peraltro, nel corso del convegno Flussi di Energia che si è svolto a Roma lo scorso 9 novembre, è sempre più urgente e necessario una riforma dei flussi, che libererebbe una notevole quantità di energia, dando all’Italia sviluppo economico, ma anche una maggiore sicurezza.

In questo senso, gli obiettivi e i risultati del progetto Yalla Study sono concreti. Favorire l’incontro tra la burocrazia consolare e gli studenti, supportandoli nella procedura per l’ottenimento del visto, ma anche offrire un eventuale supporto legale nel caso di contenzioso, oltre a cercare di attivare la politica italiana ed europea a strutturare l’ingresso legale e sicuro di chi intende studiare in Europa.

Sensibilizzare i governi sul diritto allo studio e la mobilità estera, è dunque un altro degli obiettivi di Yalla Study che nelle prossime settimane presenterà durante un incontro pubblico i dati, le storie, le informazioni su un progetto che sta aiutando in concreto gli studenti stranieri in difficoltà. Nel rapporto redatto con la ong Cospe saranno contenute anche precise raccomandazioni al governo italiano per stimolare Flussi di Energia. Con l’ulteriore obiettivo di sottrarre le migrazioni alla propaganda, alla mistificazione e alla strumentalizzazione, per costruire politiche adeguate che rispondano concretamente alle esigenze storiche e politiche del maggiore fenomeno contemporaneo.

Per qualsiasi informazione o segnalazione:

mail studyyalla@gmail.com

pagina Facebook Yalla Study

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