Dalle strade alle piazze. Le nostre giornate dei rifugiati

Comunità che condividono spazi e storie. Si potrebbe sintetizzare così il senso delle diverse iniziative a cui la rete del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose ha partecipato nelle scorse settimane nell’ambito della #giornatamondialedelrifugiato.

Da San Benedetto del Tronto a Caserta, da Roma a Firenze, da Latina a Brindisi, l’accoglienza e i corpi delle persone migranti sono state al centro di dibattiti, incontri, proteste, proiezioni. “Con il corpo mi racconto – BIOgrafie e GEOgrafie. Comunità che condividono spazi e storie”, era proprio questo il titolo dell’ultima iniziativa, in ordine cronologico, che si è svolta lo scorso 30 giugno ad Ostuni presso il chiostro di San Francesco, organizzata dalla Cooperativa Solerin (Solidarietà e Rinnovamento) e dal Sai Azad del Comune di Ostuni, e in cui si è discusso di accoglienza a partire dall’incontro tra gli ospiti del Sai e la popolazione ostunese e dei comuni limitrofi.

Un week end di incontri con la comunità migrante di Brindisi, dunque, che è stato preceduto da un sabato mattina di lotta e proposta davanti alla prefettura di Caserta che è stato organizzato dall’Ex Canapificio, il 24 giugno, e in cui le comunità migranti del luogo, insieme ad organizzazioni cattoliche come i Padri Comboniani di Castelvolturno, la Caritas di Caserta, e tante altre associazioni, hanno chiesto la riapertura del locale Sai (ex Sprar), chiuso dal Ministero dell’Interno, e che fino al 2021 è stato un’eccellenza nazionale «con un impatto economico e sociale sul territorio di cui hanno beneficiato italiani e migranti». Si legge in una nota della rete campana: «oggi il Comune non può accogliere i migranti a causa della sospensione da parte del Ministero. L’assessore Battarra stamattina ha dichiarato che verrà riattivato il progetto in brevi tempi, e ci auguriamo davvero che sia così».  E poi, hanno commentato ancora dall’Ex Canapificio: «stamattina è stata una piazza bellissima! Ombrelli aperti e striscioni per difenderci dalla pioggia di disumanità che c’è in questo paese. Con il sostegno delle realtà associative, religiose e laiche, abbiamo denunciato gli effetti della legge Cutro e manifestato per il ripristino del progetto di accoglienza Sai (ex Sprar) a Caserta».  E di come dopo la conversione del Decreto Piantendosi in legge migliaia di persone sono state condannate all’illegalità, aumentando così per i migranti di cadere nella rete delle economie illegali e dello sfruttamento e, allo stesso tempo, di come tutelare i diritti umani, sociali e civili delle persone “smantellando dal basso” gli hotspot e i Cpr paventati nelle diverse regioni, se ne è discusso a Firenze, con la partecipazione di Paola Coppini della segreteria del Forum Per Cambiare L’Ordine delle Cose.

Mentre il 22 giugno, all’interno del Museo del Mare di San Benedetto del Tronto, il giurista Gianfranco Schiavone e Teresa Menchetti del Forum hanno illustrato il percorso intrapreso che il Forum ha intrapreso da qualche tempo per scrivere dal basso un nuovo Patto Europeo per l’Immigrazione e l’Asilo.

Lo stesso giorno, nel Lazio, abbiamo partecipato con Giovanna Cavallo a due appuntamenti promossi da Amnesty International, a Latina, alla proiezione di “Trieste è bella di notte”, film prodotto e distribuito da Zalab, dei registi Andrea Segre, Stefano Collizzoli e Matteo Calore, e che documenta i respingimenti di richiedenti asilo che avvengono lungo la rotta balcanica. Mentre a Roma l’evento  “Diritti e Paradossi tra terra e mare” che si è tenuto alla Casa Internazionale delle Donne è stata l’occasione per presentare le ultime campagne attivate, quella sulla scrittura del Patto Europeo dal basso, appunto, e quella su accoglienza e protezione speciale, Paradossi all’italiana.

C’è un pezzo di Italia che si mobilita, dunque, dentro e torno le reti territoriali di cui il Forum fa parte. La stessa sala gremita il 22 giugno in Campidoglio per ricordare l’impegno di Dino Frisullo, straordinario militante politico, giornalista e scrittore, a 20 anni dalla morte, testimonia che c’è un grande pezzo di Paese che non ha dimenticato la sua lezione, la sua passione civile, il suo attivismo antirazzista.

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