Report del secondo incontro con il Ministero dell’Interno.

I dati del monitoraggio permanente della #reteparadossi sul Tavolo del Dip. Liberta Civili e Immigrazione

Il 19 dicembre scorso una delegazione della Rete Paradossi ha incontrato al Viminale, il Vice Capo Dipartimento Vicario Prefetto Rosanna RABUANO, per la Direzione centrale programmazione e i servizi generali, il Direttore Centrale per le politiche migratorie – Autorità Fondo Asilo Migrazione e Integrazione, Vice Capo Dipartimento Prefetto Maria FORTE, per la Direzione Centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo, Ufficio III Affari Giuridici, e in reggenza dell’Ufficio VI, Controllo sistemi di accoglienza nell’ambito della Direzione Centrale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e l’Asilo, il Dirigente Vice Prefetto Roberto LEONE e per l’Ufficio I – Pianificazione dei servizi dell’immigrazione e dell’asilo Capo Ufficio Staff, Viceprefetto Dr.ssa Enza Maria LEONE.

L’obiettivo era quello di quello di sottoporre al Ministero alcune questioni, sia di prassi che di indirizzo politico, rilevate nel sistema di accoglienza e gestione delle migrazioni nel nostro Paese, raccolte attraverso un monitoraggio condotto su tutto il territorio nazionale, nella cornice della campagna Paradossi all’Italiana ancora aperto per quanti siano interessati a partecipare. Tra i molti i capitoli del monitoraggio abbiamo posto l’attenzione sulle questioni per cui l’Ufficio Libertà Civili e Immigrazione è competente: in primis alcune gravi criticità relative al SAI, la questione delle identificazioni precoci delle persone vulnerabili, il decreto flussi e le conversioni. Inoltre, anche se non di stretta competenza del Dipartimento, abbiamo evidenziato alcune problematiche relative all’accesso alle procedure per la protezione internazionale; alle tempistiche di rinnovo dei permessi e alla convertibilità dei permessi per protezione speciale. 

Il sistema straordinario e le criticità dell’accoglienza

Abbiamo introdotto questo incontro partendo dal punto più critico del sistema di accoglienza attuale, in cui il sistema straordinario sta sovra determinando l’accoglienza ordinaria del SAI, soprattutto in termini di numeri. Abbiamo immediatamente denunciato i limiti e le criticità gravi del capitolato, sottolineando come il nuovo testo sia ambiguo e fortemente limitante riguardo l’erogazione e la fruizione dei servizi fondamentali. Abbiamo inoltre ribadito la critica condizione di chi risulta vulnerabile ma non tempestivamente segnalato per l’accesso al SAI. In ultimo, nella cornice delle procedure di asilo richieste in modo autonomo dagli istanti entranti nel TN via terra, abbiamo riscontrato attraverso il monitoraggio, il mancato accesso al sistema di accoglienza, generando in questo modo una condizione di grave problematica di ordine sociale per i richiedenti asilo e le richiedenti asilo che restano per settimana senza una fissa dimora. Nel già drammatico contesto di un sistema rovinoso come quello del SAI, uno degli aspetti più spaventosi è quello delle persone portatrici di vulnerabilità. Fermo restando che il sistema SAI dovrebbe per diritto essere garantito a tutti i richiedenti asilo, nei casi di vulnerabilità l’accesso al SAI dovrebbe essere imprescindibile. Ciò che notiamo invece, su tutto il territorio, è che spesso il sistema straordinario a sostituirsi al SAI, sia per mancata segnalazione che per assenza nel SAI dei servizi necessari alla presa in carico, specialmente nei casi di gravi vulnerabilità.

Accesso alla procedura, rinnovi e conversioni nel caos

In continuità con i temi già sottoposti al Prefetto Fabrizio Gallo nel corso degli ultimi incontri del 2024, abbiamo denunciato il tema critico dell’accesso alla procedura di richieste asilo e al mantenimento di soggiorno ad esso connesso. In primo luogo, il tema dell’abissale differenza di trattamento che esiste tra coloro che fanno domanda di protezione internazionale agli sbarchi e coloro che chiedono protezione dalle rotte terrestri. Questi ultimi si trovano a dover combattere tre grandi ostacoli: l’inefficienza delle Questure, le prassi ostative e illegittime alle richieste di protezione (ad es. cessione di fabbricato!), la mancata comunicazione tra questure, prefetture e servizio centrale per l’accoglienza. Infatti, anche laddove la richiesta di asilo venga accolta, ancora una volta è la mancanza del sistema di accoglienza a farsi sentire. Da ultimo, le tempistiche estremamente dilatate per i rinnovi dei permessi di soggiorno per protezione internazionale e le conversioni dei permessi per protezione speciale. Tuttavia, sulla impossibilità di convertire la protezione speciale post Decreto Piantedosi, abbiamo ribadito il noto rischio che le persone ricorrano ad una nuova richiesta di protezione internazionale alla scadenza della protezione speciale.

Ingressi legali e flussi di ingresso: l’inefficienza delle norme

Introducendo la tematica degli ingressi per motivi di lavoro, abbiamo rimarcato l’inefficacia di questo sistema di ingressi in quanto, nel 70% dei casi, le persone entrate in Italia con un visto per lavoro non sono in grado di regolarizzare la propria posizione, per l’indisponibilità del datore di lavoro e non per una propria responsabilità. In altre parole: dopo l’ottenimento del visto e l’ingresso per motivi di lavoro, in assenza dello sponsor le persone riescono a trovare una nuova occupazione, che si scontra con un vulnus legislativo che non permette loro di proseguire con la regolarizzazione del proprio soggiorno. Abbiamo, a questo proposito sollecitato la proposta di reintrodurre un permesso per attesa occupazione – come già sperimentato in passato in Italia – che permetta a chi si trova in quel limbo di non ricadere immediatamente nell’irregolarità del soggiorno.

Abbiamo concordato su tutte queste criticità un confronto concertativo permanente che cerchi di trovare soluzioni legislative, anche alla luce dell’impatto dei nuovi regolamenti del Nuovo Patto Europeo sulle Migrazioni e Asilo, che saranno evidenti nel prossimo futuro.

Scarica il report completo e la richiesta inviata.

Per segnalare le prassi dell’accoglienza del tuo territorio, o per partecipare al monitoraggio #paradossi del Forum, scrivi a info@percambiarelordinedellecose.eu

La campagna Paradossi all’italiana è un progetto del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose per far valere i diritti di migranti e richiedenti asilo, finanziata e sostenuta dalla Fondazione Migrantes

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