Caso Diciotti: La Cassazione Conferma la Giurisdizione e Riconosce la Violazione dei Diritti dei Migranti

Comunicato Stampa – Ass. Legal Aid – Diritti in movimento 

Roma, 7 marzo 2025 – Le Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione hanno emesso un’ordinanza di rilievo nel caso Diciotti, accogliendo il ricorso presentato da M. G. K., che come altri, aveva chiesto il risarcimento per la restrizione arbitraria della libertà personale subita nell’agosto 2018 a bordo della nave della Guardia Costiera italiana U. Diciotti.

I fatti: nel 2018 come rete legale, e successivamente come team Legal Aid – Diritti in Movimento, abbiamo seguito la vicenda delle 41 persone che erano state trattenute a bordo della Nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. Intercettati a Roma, abbiamo provveduto ad informare le persone che a bordo della nave italiana erano state trattenute in attesa della autorizzazione allo sbarco per 11 giorni, della grave violazione dei loro diritti fondamentali tra i quali la violazione della libertà personale e la mancata possibilità di presentare richiesta di protezione tempestivamente come previsto dalle normative costituzionali e internazionali. Con l’avvocato Alessandro Ferrara, membro del team legale, abbiamo informato le persone migranti della modalità di poter far valere i loro diritti in sede civile.

Tutti coloro che abbiamo preso in carico come team legale sono stati nel frattempo riconosciuti rifugiati in diversi paesi europei.

Una decisione storica sui diritti fondamentali

Dopo aver incassato per due gradi di giudizio un rigetto alle istanze di risarcimento all’epoca presentate, la Corte di Cassazione ha cassato e  rinviato alla Corte di Appello il riesame della istanza del risarcimento che attendiamo dunque nei prossimi mesi. Certamente positiva la decisione della Cassazione che ha stabilito che il trattenimento prolungato dei migranti per dieci giorni, senza alcun provvedimento amministrativo o giudiziario, ha costituito una violazione dell’art. 13 della Costituzione italiana e delle norme internazionali sul soccorso in mare. La Suprema Corte ha respinto la tesi del Governo, secondo cui la vicenda rientrava negli atti politici insindacabili, confermando che si trattava di un atto amministrativo soggetto al controllo della magistratura.

Secondo la Cassazione, il diniego di sbarco non può essere giustificato dalla complessità normativa o da ragioni di politica migratoria, poiché gli obblighi internazionali impongono un immediato sbarco in un Place of Safety. Inoltre, la Corte ha riconosciuto che la privazione illegittima della libertà personale configura un danno non patrimoniale risarcibile, indipendentemente dalla dimostrazione di ulteriori conseguenze negative.

Un principio fondamentale: lo Stato di diritto sopra la discrezionalità politica

Questa ordinanza riafferma un principio cardine dello Stato di diritto: nessuna decisione politica può giustificare la violazione dei diritti fondamentali. In uno scenario in cui le politiche migratorie sono spesso oggetto di tensioni e strumentalizzazioni, la sentenza stabilisce che la tutela della dignità umana e delle libertà personali non può essere subordinata a scelte discrezionali del Governo.

Il caso Diciotti non è solo un episodio della storia recente dell’immigrazione in Italia, ma un precedente giuridico che ribadisce il ruolo della magistratura come garante della legalità, anche di fronte alle scelte del potere esecutivo. La decisione della Cassazione segna un confine chiaro tra il legittimo esercizio del potere politico e l’abuso di autorità: la sicurezza nazionale e la gestione dei flussi migratori non possono mai tradursi in limitazioni arbitrarie della libertà personale.

Inoltre, la Corte ha chiarito un punto essenziale: l’eventuale insindacabilità della condotta sul piano penale non implica automaticamente l’assenza di responsabilità civile. La Corte d’Appello aveva già escluso che la questione della responsabilità del Ministro avesse un impatto sulla decisione risarcitoria, respingendo la domanda per altri motivi. Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto necessario affrontare anche questo aspetto, sottolineando che la negazione del Place of Safety e dell’autorizzazione allo sbarco, decisione attribuibile al Ministro, è stata la causa diretta della privazione della libertà personale.

La Suprema Corte stabilisce che la distinzione tra responsabilità penale e civile non può diventare uno scudo per evitare il risarcimento dei danni” dichiara l’Avvocato Alessandro Ferrara,la responsabilità dello Stato non può essere elusa scaricandola esclusivamente su una decisione politica individuale, poiché il trattenimento illegittimo a bordo della Diciotti è stato il risultato di una scelta istituzionale complessiva”.

Con questa decisione, la Cassazione ribadisce un principio essenziale: i diritti umani e il rispetto delle norme internazionali non possono essere sacrificati per ragioni politicheafferma Giovanna Cavallo della associazione Legal Aid – Diritti in Movimento, che ha coordinato l’azione Legale. Un monito chiaro a chi governa e un’importante vittoria per il diritto e la giustizia.

Team Legale “Legal Aid – Diritti in Movimento”, Giovanna Cavallo 3200897046, Avvocato Alessandro Ferrara 3458450406

credit photo: associazione Legal Aid – Diritti in Movimento: momento delle assemblee informative alle persone migranti trattenute a bordo della nave “Diciotti”.

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