Appuntamento il prossimo 3 maggio al Macro Asilo, a Roma, dalle 10 alle 22, per il Laboratorio Costituente per la liberazione dei migranti in Libia.
Non perdiamo tempo in sterili litanie o in mimetismi stomachevoli. Lasciamo quest’Europa che non la finisce più di parlare dell’uomo pure massacrandolo dovunque lo incontra, a tutti gli angoli delle sue stesse strade, a tutti gli angoli del mondo. Frantz Fanon, I dannati della Terra. 1961
Serve da troppo tempo un’azione determinata e urgente per liberare i migranti schiavi in Libia, una emergenza che solo oggi gli eventi bellici hanno portato alla ribalta.
Una azione che irrompa nella ipocrita polarizzazione politica che sta lacerando l’Europa e che porta ad anteporre interessi di parte al ripristino dei diritti civili e costituzionali offesi da anni di politiche nazionali ed europee dissennate. L’Unione Europea e gli ultimi governi in Italia, quasi l’intero arco parlamentare italiano, hanno sostenuto accordi con la Libia che di fatto ci rendono complici di crimini contro l’umanità.
Sono vicino a noi. In Libia, almeno 700.000 persone, che subiscono quotidianamente sevizie, ricatti, violenze. Sono donne, uomini e bambini. In tutto il Paese i migranti sono in stato di schiavitù, abusati, affamati, costretti a lavori forzati, se tentano di fuggire vengono reclusi in campi di concentramento. Questa verità non è ancora unanimemente accettata e pubblicamente riconosciuta, nonostante decine di rapporti delle Nazioni Unite, ONG, inchieste giornalistiche denuncino da anni le condizioni disumane dei migranti. L’audio documentario di Michelangelo Severgnini “Exodus, fuga dalla Libia” da mesi raccoglie e pubblica in rete migliaia di testimonianze dalla Libia. Nessuno ascolta le grida di aiuto di queste donne e di questi uomini, ci si rifiuta di vedere che sono persone condannate disumanamente alla schiavitù ed alla morte. Sono loro a dirci che la Libia è un campo di concentramento, sono persone che implorano di essere liberate e condotte in luoghi sicuri dove le loro vite e loro diritti possano essere rispettati, addirittura molti chiedono aiuto per tornare nei paesi stessi le cui condizioni li ha spinti a partire, ma nessuno li vuole ascoltare. Non riconoscere diritto di verità alle loro parole li pone in una condizione di sub umanità che condanna loro alla morte e tutti noi alla perdita della umanità stessa.
Questa è l’inaccettabile verità.
E’ quindi necessario e urgente un cambiamento di paradigma: ascoltare e comprendere la soggettività negata dei migranti e riconoscere i loro fondamentali diritti. E’ l’unico modo per difendere la democrazia in Europa, arginare una deriva totalitaria e impedire questa silenziosa cancellazione della persona umana. Passare queste parole di verità oltre i confini dell’indifferenza, dell’ipocrisia e dell’odio. Risvegliare dal torpore colpevole e complice l’Europa, affinché riconosca urgentemente questa verità assumendo la consapevolezza e la responsabilità delle atrocità che hanno luogo in Libia con la complicità politica e il sostegno economico europeo. Davanti a questa aberrazione solleviamoci tutti e diventiamo tutti passeurs di parole migranti, risvegliamo le coscienze, impegniamo l’Europa, l’Africa e il mondo intero nella liberazione dei migranti dalla Libia. In Libia l’Europa muore o rinasce.
Invitiamo le donne e gli uomini d’Africa e d’Europa e le realtà in cui si riconoscono a dar vita insieme a un Laboratorio Costituente per l’immediata evacuazione delle persone migranti dalla Libia, il 3 maggio 2019 al Macro Asilo a Roma.
Per informazioni e adesioni: setthemfree.campaign@gmail.com
Exodus e Stalker