In “Trieste è bella di notte”, l’ultimo film prodotto da Zalab che esce nelle sale il 23 gennaio, le testimonianze di chi ha subito le riammissioni informali già dichiarate illegittime dal tribunale di Roma un anno fa, e che ora il Viminale, invece, ha annunciato di voler riattivare.
Il governo italiano, da un lato invoca una gestione regolare ed ordinata delle migrazioni, affermando di voler potenziare i canali di ingresso regolari degli stranieri in Italia e in Europa, dall’altro lo stesso Governo ostacola proprio i canali di ingresso regolari! Come dimostra Yalla Study con i numeri
Per supportare gli studenti dalla Palestina, dalla Siria e dal Libano, molti dei quali negli ultimi sette anni hanno tentato di viaggiare verso paesi europei per iniziare oppure completare gli studi universitari, in modo sicuro e accessibile, il Forum Per Cambiare L’Ordine delle Cose ha creato la scorsa estate il progetto Yalla – right to study, a sua volta animato da un collettivo di attivisti internazionali, per sostenere i giovani, le donne e gli uomini, bloccati nei paesi in guerra o stretti nella morsa di conflitti civili o militari e che non riescono ad accedere agli studi universitari.
La Recosol, rete di realtà che comprende associazioni, comuni, semplici cittadini, e che ha negli obiettivi statutari l’accoglienza umanitaria e l’integrazione sociale dei migranti, la cooperazione allo sviluppo, l’organizzazione di attività culturali o di interesse sociale, e che agisce da stimolo verso gli amministratori locali affinchè le politiche vengano rivolte ad orizzonti solidaristici, è una delle esperienze più importanti e dinamiche del terzo settore italiano. Ed è stata anche tra le decine di realtà che hanno partecipato al convegno Flussi di Energia che si è tenuto a Roma lo scorso 9 Novembre. Attraverso questa intervista a una delle referenti della Rete, Gaetano De Monte ci porta a conoscere meglio il loro percorso, i progetti, le idee e le aspettative politiche.
È stato pubblicato il 13 dicembre l’ultimo monitoraggio svolto dalla Campagna Ero Straniero. A due anni dalla presentazione delle domande, soltanto il 37 per cento delle pratiche sono andate a buon fine. «La macchina amministrativa dell’interno è ormai allo stremo, servono procedure semplificate e più personale, a partire dalla stabilizzazione dei precari», denunciano le organizzazioni.