Speculando sulla strage di Cutro, il Governo fa una strage dello stato di Diritto

Parte prima: la protezione speciale.

Inauguriamo una serie di commenti ragionati sul Decreto Cutro, con i quali vogliamo contribuire alla presa di parola e di azioni per smantellarlo dalla base.

A partire da una nota tecnico-giuridico elaborata dall’area giuridica del Forum sulla protezione speciale, proviamo a spiegare perché la protezione speciale esiste ancora come diritto esigibile anche per la tutela della vita privata e famigliare. Ma come prima cosa vogliamo sottolineare che si tratta di un vero e proprio #paradossoallitaliana che vogliamo denunciare: lo Stato boicotta se stesso, la costituzione, la democrazia e lo stato di diritto in modo subdolo facendo leva sui una narrazione pericolosa che vogliamo contrastare.

Con il decreto cosiddetto Cutro approvato anche alla Camera – continuiamo a ribadirlo – non viene abolita la protezione speciale: si tratta di un istituto che continua ad essere riconosciuto dall’adesione dell’Italia agli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato, come quelli derivanti dalla ratifica della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) e in particolare l’articolo 8 della Convenzione che prevede la tutela del diritto alla vita privata e familiare, al pari della tutela che prevede il rischio di persecuzione e trattamenti inumani e degradanti in caso di rientro nel paese di origine.

Quello che sta accadendo, però, è che il governo, con la legge appena approvata alza frontiere nell’ambito delle tutele e dei diritti, dalla privazione della libertà personale con le procedure di frontiera per i richiedenti asilo, alla trasformazione del sistema di accoglienza in uno strumento di sorveglianza e controllo e attraverso l’uso indiscriminato della detenzione amministrativa. Un sistematico meccanismo che auspichiamo possa essere smantellato dall’azione della società civile e delle lotte che anche noi contribuiremo a costruire.

Riteniamo tuttavia prioritario attivare una contro narrazione per quanto riguarda la protezione speciale vista l’immediata conseguenza che avrà sulla vita di oltre 100mila persone in Italia: il governo grida ai quattro venti che non sarà più possibile beneficiare di questa tutela e quello che accade infatti è che per ottenerla oggi sarà necessario applicare l’intero e faticoso iter della domanda di asilo. Non soltanto. Dei permessi speciali ne viene soppressa la convertibilità; invece, per i permessi di soggiorno per protezione speciale rilasciati in futuro non sarà, infatti, più possibile chiedere la loro conversione in un permesso per motivi di lavoro. Così a chi ne è titolare sarà impedito di continuare il suo percorso di inclusione sociale.

Noi tuttavia crediamo che sia necessario ribadire che la tutela della vita privata e famigliare è un diritto che non si può cancellare e va contrastata la narrazione del Governo che tenta di svuotare questo diritto affinché nessuno lo esiga con lo scopo dunque di estinguerlo. Il nostro compito, partendo da questo primo punto, è quello di continuare a rendere accessibile questa tutela attraverso una capillare informazione e uno specifico orientamento, affinché le commissioni territoriali continuino a valutare i criteri di vita privata e familiare, attibvando una serie di contenziosi strategici per applicare gli obblighi della nostra costituzione, un monitoraggio continuo delle prassi, per iniziare a smantellare dalla base questo Decreto.

Senza ovviamente dimenticare la prospettiva nella quale inquadrare la battaglia contro questo provvedimento di diritto punitivo che in continuità con altre leggi emanate dagli governi degli ultimi anni, in primis dai “Decreti Sicurezza”, punta a colpire le fasce economiche più svantaggiate e i soggetti politicamente o socialmente più esposti. È una tendenza di governo che, già dal 1998, opera attraverso il diritto dell’immigrazione e che in questo ultimo decreto trova la sua espressione più violenta e crudele.

Costruendo punti di fuga da queste politiche scellerate e criminali, attiviamo spazi di intervento sui territori, nodi fatti di comitati di base e sportelli, ferrovie sotterranee di mutualismo e soccorso per smantellare queste politiche incostituzionali, a partire dall’accesso alle tutele della protezione speciale e garantire così il rispetto delle convenzioni internazionali a cui aderisce l’Italia.

Scarica qui la nota tecnico-giuridica sulla protezione speciale

 

 

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